INTERVISTA ALLA MAESTRA CASSANDRA TRANFOLa signora Cassandra Tranfo nata a Tropea il 15 agosto 1927 ove tuttora risiede, è stata insegnante presso la scuola elementare di Zambrone dal 1971 al 1993. Per così tanto tempo è giunta a bordo della sua inconfondibile Fiat Bianchina di colore azzurrino. E’ stata sempre ligia al suo dovere, ha educato intere generazioni alla cultura e all’etica del lavoro. La signora Tranfo è stata un’ insegnante vecchio stampo. Rigorosa e severa, attenta al processo di crescita umana dei suoi allievi ha sempre avuto con la comunità zambronese un ottimo rapporto e ha lasciato in tutti i suoi allievi ricordi dolci e indelebili.Non è certo casuale che ancora oggi, mantenga, a distanza di tanto tempo, rapporti di amicizia con i suoi alunni. Ricca di un bagaglio culturale e religioso di matrice cattolica, puntuale, a tratti burbera, sempre disponibile e propensa all’ascolto, semplice e spontanea, talvolta sottilmente ironica; i suoi allievi la ricordano così…Maestra Tranfo quale è stato il vostro primo impatto con la comunità di Zambrone?Il primo incarico d’insegnante, nel Comune di Zambrone, l’ho ricoperto presso la scuola elementare di Daffinà nel 1970. Nel 1971 ottenni il trasferimento a Zambrone. La prima impressione con l’ambiente fu molto positiva.Come ricordate i vostri alunni?Di loro mantengo un dolce e ottimo ricordo. Tutti i miei alunni sono stati affettuosi e rispettosi nei miei confronti.Mantenete ancora qualche rapporto con i vostri alunni?Fino a qualche tempo addietro mi recavo a Zambrone più spesso. Compravo di frequente presso la macelleria di Carlo Cognetto la carne. Ora mi reco con maggiore frequenza a Daffinacello, dove sono proprietaria di alcuni appezzamenti di terreno. A Zambrone ci vado, ormai, molto raramente, ma continuo a mantenere con qualche mio allievo buoni rapporti di amicizia. Quando incontro qualche zambronese, chiedo sempre notizie dei miei alunni.Voi avete conosciuto bene la comunità di Zambrone. La cultura è un sentimento radicato negli zambronesi?La provenienza familiare è determinante per fare della cultura un valore. Posso, però, aggiungere che anche negli alunni meno propensi verso lo studio, era molto sentita l’etica del lavoro e questo è un grande valore.Voi siete cattolica, quanto ha inciso ciò nel Vostro ruolo d’insegnante?Moltissimo. A Natale organizzavamo con gli alunni il presepe e l’albero. Durante l’anno, coinvolgevo i miei alunni agli altri riti della cristianità. La lezione terminava con la preghiera. La religione arricchisce l’animo di ogni uomo. La lezione di Cristo e del cattolicesimo è il pilastro su cui si basa la nostra civiltà: ho cercato di trasmettere ai miei alunni questo elementare ma fondamentale insegnamento.Voi avete conosciuto molte famiglie di Zambrone. Quali sono stati negli anni della vostra permanenza i travagli della comunità zambronese?Ho visto intere famiglie emigrare al Nord per motivi di lavoro. Molti alunni emigrati al Nord non li ho più rivisti. Questo, credo, sia stato il travaglio più grave per la comunità di Zambrone, specie negli anni Settanta.Ci potete raccontare un aneddoto curioso sulla Vostra esperienza di insegnante a Zambrone?Non mi viene in mente nulla di particolare. Ricordo l’atmosfera di amicizia che avevo instaurato con gli zambronesi. Ricordo i miei alunni, alcuni buoni e tranquilli, altri irrequieti e vivaci. Mi affezionavo a tutti e per questo svolgevo il mio lavoro con passione.Avete mai avuto qualche problema durante gli anni trascorsi a Zambrone?No, mai. Il paese era abitato da gente semplice e affettuosa. Tutti portavano grande rispetto nei miei confronti. Non ho mai avuto nessun problema, né con gli alunni, né con i genitori, né con i cittadini. Avrei potuto chiedere il trasferimento nella mia città, Tropea. Ma non l’ho mai fatto, nonostante facessi grandi sacrifici per venire a Zambrone, in quanto ero costretta a lasciare da soli i miei genitori bisognosi di assistenza. Ma Zambrone, per me, era una vera e propria oasi di umanità. Per questa ragione ho svolto a Zambrone quasi tutta la mia carriera professionale.Quali colleghe e quali collaboratori ricordate con maggiore affetto?Ricordo la Maestra Olga Adamo in L’Andolina, mia grande amica alla quale ho voluto molto bene e che ho ammirato e stimato tanto; Antonietta Cognetto, Maria Bruno. Ricordo anche, del personale non docente, la signora Russo Caterina (Nuzza) davvero un’ottima persona. Ricordo alcune maestre supplenti che ogni tanto svolgevano la loro attività presso la scuola elementare di Zambrone: Anna Collia, Maria Francica.Quali alunni ricordate in particolare?Li ricordo tutti come bravi bambini; ho voluto bene a tutti nello stesso modo. Vi è dispiaciuto lasciare la scuola?Sì. Io ho concluso la mia carriera scolastica a Zambrone, nel 1993. Alla fine la scuola era profondamente cambiata; troppi adempimenti burocratici. Inoltre, il lavoro di équipe e di coordinamento con le altre maestre non era congeniale alla mia impostazione professionale.Come trova oggi Zambrone?E’ una realtà, all’apparenza, più sviluppata di quella che ho conosciuto io; ma ormai sono estranea al tessuto sociale locale e non saprei dire se Zambrone sia effettivamente progredita o meno.Cosa hanno lasciato gli allievi di Zambrone nel vostro animo?Sensazioni di profonda umanità e ricordi molto dolci che porterò sempre con me. Cosa volete dire a tutti i vostri allievi zambronesi? Vi ricordo tutti con grande affetto…Corrado L’Andolina
• Pubblicata su Cronache Aramonesi, ottobre 2006, anno II n. 4