ZAMBRONE RIAVRA’ IL CAMPANILE
In via di ultimazione i lavori di ristrutturazione della torre
ZAMBRONE Paese che vai, campanile che trovi. Storicamente, tra i segni più tangibili per individuare i sacri edifici ci sono proprio le campane e i campanili. Il campanile, in qualche modo, non solo rappresenta un elemento della struttura ecclesiastica, ma disegna il paesaggio architettonico, sia urbano che rurale. Soprattutto, tale componente, costituisce un fattore culturale di assoluta importanza, parametro linguistico e comunicativo strettamente connesso alla gente del posto. Esiste, d’altronde, uno stretto legame tra le campane e la vita religiosa di ogni comunità cristiana. Negli ultimi tempi, però, la chiesa del capoluogo tirrenico era stata costretta a rinunciare al tocco delle campane. Un silenzio assordante che durante la domenica e le festività religiose è diventato sempre più “corposo”. A causa di una fisiologica usura dettata dal normale decorso temporale, il campanile era stato sottoposto a un rilevante processo di degrado. Cosicché, per ragioni di pubblica sicurezza, le campane, per un lungo periodo, non sono state utilizzate. Nell’immediatezza, inoltre, sono stati anche eseguiti alcuni interventi-tampone, utili ad evitare qualsiasi pregiudizio. L’unica chiesa del paese, consacrata a San Carlo Borromeo, era stata privata di una sua componente essenziale. Si era poi aperto un dibattito sulle sorti del campanile. In un primo momento, il progetto del sacerdote pro tempore, padre Giuseppe Massara, era di ampliare considerevolmente le dimensioni del campanile stesso. L’idea, però, non raccolse consensi unanimi. Per una ragione semplice: l’ampliamento del campanile non avrebbe potuto essere disgiunto dall’intero rifacimento della chiesa. L’edificio di culto zambronese, infatti, risulta suscettivo di radicali ristrutturazioni o, in alternativa, di una demolizione e ricostruzione. Alla fin fine, la soluzione adottata risulta la più equilibrata. E in effetti, la ristrutturazione dell’esistente campanile ha un duplice vantaggio: se da un lato elimina ogni potenziale pericolo, dall’altro non pregiudica quelle che possono essere le sorti complessive della chiesa zambronese in una prospettiva di medio e lungo termine. L’intera comunità, quindi, nell’arco di qualche settimana, potrà nuovamente udire il suono inconfondibile e unico delle campane della propria chiesetta, proprio come un tempo, quando regolava la vita degli zambronesi. Di mattina, svegliava i cittadini come a volere dare loro il buongiorno. A mezzogiorno, il loro suono accompagnava la pausa pranzo. Di sera, riuniva la famiglia nella preghiera. L’ultimo rintocco, dava ai fedeli la buonanotte. Abitudini e prassi inscindibilmente legati al divenire quotidiano, capaci di alimentare sentimenti religiosi (e non solo) autentici e profondi. La guida spirituale degli zambronesi, padre Trifone Labellarte, si è adoperata alacremente per risolvere la vicenda. Lo stesso sacerdote, a più riprese, ha sottolineato l’attenzione e la sensibilità del vescovo, Luigi Renzo, che si è prodigato per restituire ai fedeli e al paese il suo campanile. I lavori, giunti quasi alla fine, sono stati realizzati dalla ditta Apollo, mentre l’importo per il consolidamento ammonta a circa 16mila euro.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 22 giugno 2010, p. 35