la manifestazione
ZUNGRI, MIGLIAIA DI VISITATORI PER L’INFIORATA
Dodici le rappresentazioni floreali per un evento dal marcato carattere religioso
Zungri
“Poliantea” è voce dotta che deriva dal greco “poly” e “ànthos” e significa «ricca di fiori». Comunemente, però, si usa il participio passato del verbo infiorare per indicare le immagini sacro-floreali realizzate dai parrocchiani delle varie comunità cristiane. La particolarità dell’infiorata zungrese è che essa si svolge la domenica successiva al Corpus Domini. Enorme, il flusso di fedeli presenti alla cerimonia dell’altro ieri. Fedeli di Zungri, dei comuni limitrofi e molti turisti hanno così potuto assistere a uno spettacolo davvero unico. L’infiorata zungrese, infatti, si connota per le sue eccezionali dimensioni. In concomitanza con la solenne processione, le vie del comune sono state adornate dalle raffigurazioni realizzate con i petali dei fiori raccolti nelle circostanti campagne. Dodici le rappresentazioni sacro-floreali, oltre il tappeto lungo quasi un chilometro che ha unito la chiesa parrocchiale di San Nicola al santuario mariano della Madonna Santissima della Neve. I temi oggetto delle rappresentazioni sono stati: il Cristo pantocratore, la colomba e lo Spirito Santo, gli stemmi papali, vescovili e parrocchiali, i quattro evangelisti, il libro dell’alfa e omega, l’arca di Noè, Mosè con le leggi dei dodici comandamenti, i simboli eucaristici, l’albero e il serpente, l’Ave Maria scritta in tre lingue (italiano, greco e francese), l’incontro tra Maria e il Cristo nei pressi del Calvario, un tappeto mariano con il Cuore Immacolato di Maria e, vista la ricorrenza con il primo anno dal giorno della visita zungrese della Madonna di Fatima, un tappeto raffigurante la Vergine con i tre pastorelli. Perfetta la regia di Don Felice La Rosa sacerdote della locale parrocchia San Nicola che si è dichiarato particolarmente soddisfatto: «per la crescente partecipazione popolare a un evento dai contenuti religiosi profondi, saldamente radicato nei riti della cristianità».
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 23 giugno 2009, p. 40