POLITICA ESILARANTE
L’orgia elettoralistica è finita. Andate in pace o in guerra, a piacer vostro. E’ successo tutto in fretta, eppure sembrano essere passati secoli. Ogni esperienza eccitante è tale perché limitata nel tempo. Dall’altra parte della barricata, lo spettacolo è tollerato entro certi limiti temporali. E quindi, il tutto, naturaliter, è destinato a rientrare nei ranghi dell’ordinarietà. I più scottati da questa esperienza di stampo vagamente lussureggiante chiederanno lumi alla propria consorte. «Cara, cosa hai cucinato questa sera?». E lei di rimando: «La minestrina, per tenerti leggero». Un modo come un altro per riprendere il tran tran quotidiano. Le mogli, sanno sempre cosa dire e cosa fare. Qualcun altro, memore della storia romana, esclamerà: «Quoque tu Bruto, filii mii». Qualcuno si sentiva già in paradiso, improvvisamente, invece, è stato catapultato nella dura realtà di tutti i giorni: scadenze fiscali, bimbi da prendere all’uscita della scuola, colleghi di lavoro intollerabili. Bentornati all’inferno. Quelli vincenti, invece, baldanzosi come non mai, con aria scanzonata formuleranno alla dolce metà la loro proposta indecente. Un modo saggio di fugare ogni dubbio in merito alle loro priorità. L’idea è semplice ma accattivante. Una pizzetta a lume di candela. La crisi non permette di più. Un esercizio utile a rispondere alle future richieste dei propri ammiratori nei seguenti termini: «Ci sono problemi di bilancio». E poi bisogna dare un esempio di morigeratezza e di attaccamento alla famiglia. Certo, a pensarci col senno di poi, le liturgie preparatorie al quel rito sacro delle elezioni fanno ridere a crepapelle. Ad un certo punto, la candidatura alla carica di primo cittadino di Vibo Valentia è stata trattata con la stessa solennità con cui viene eletto il successore di Pietro. Il mondo viaggia sulle fibre ottiche, la politica nostrana, invece, segue il passo della lumaca. In compenso, tanto per riportare la vicenda nella sua naturale dimensione, va rilevato che la pattuglia degli aspiranti amministratori è stata davvero impressionante. Probabilmente nemmeno al casting di “X factor” si presenta così tanta gente. Ormai la tragicommedia elettorale è terminata. Alcuni suoi protagonisti, sono stati catapultati, loro malgrado, in un reality show tipo “L’isola dei famosi”. Altri, invece, sono entrati, sempre loro malgrado, in una barzelletta raccontata nel varietà “La sai l’ultima”. Altri ancora, sotto sotto, sperano di essere incappati in quei mattacchioni che organizzano le gag di “Scherzi a parte”. All’orizzonte, però, nessuna Ventura. Urge uno scatto di fantasia e di orgoglio. E’ necessario inventarsi qualcosa. Come si potrà vivere senza primariette? E quella cosa indecente che, puntualmente, spunta ad ogni competizione elettorale? Ovvero la letterina firmata dal potentino di turno con cui comunica al sindaco il finanziamento per la costruzione della famosa strada di Cip e Ciop? E quel meraviglioso spettacolo del toto candidato a sindaco? E quello dei toto candidati consiglieri? E le diatribe da bar? «Il governatore ha fatto bene; anzi no, ha fatto malissimo». Contrariamente a ogni previsione, in Calabria esiste un voto d’opinione consistente che ha emesso una sentenza inappellabile. Il responso è il degno epilogo di una sorta di trasmissione tipo: “Il processo del lunedì”. Bisognerebbe votare più spesso. Il tutto è così esilarante…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 21 aprile 2010, p. 32