tradizione e fede
A SAN GIOVANNI LITURGIA SOLENNE
Nella frazione di Zambrone celebrata la “Domenica delle palme”
ZAMBRONE «Osanna al figlio di Davide». Con un canto intonante queste parole è iniziata la processione delle Palme. Nella frazione di San Giovanni, la funzione religiosa è stata decisamente diversa rispetto al passato. Un numero considerevole di fedeli si è stretto intorno al suo sacerdote, don pasquale Sposaro ed ha partecipato a un rito di rara suggestione. Ma cosa c’era di speciale, a San Giovanni, quest’anno, nella domenica delle Palme? Una folla mai vista, ma non solo. La processione è stata ordinata e solenne; palme e ramoscelli d’ulivo, la cornice perfetta nella quale disegnare un percorso di fede. La chiesa è stata allestita con un’attenzione del tutto particolare. Colore prevalente, il rosso, simbolo della Passione di Gesù. Tanti garofani e rose intrecciate con altre di colore giallo. A completare il quadro, un Santissimo Sacramento decorato con sobrietà e un drappeggio che non ha lasciato nulla al caso. Intensa anche la celebrazione della messa. I componenti della locale Congrega del Sacro Cuore di Gesù si sono disposti nelle prime fila, seguendo un ordine razionale e premeditato. E poi due alberi d’ulivo, con sottostanti bouquet. La ragione di questo scrupoloso allestimento è stata spiegata all’inizio della funzione religiosa dallo stesso sacerdote: «Lo scopo di tutto questo lavoro -ha affermato il religioso- è rievocare, per quanto possibile, l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme». Insomma don Pasquale Sposaro ha voluto dedicare all’aspetto liturgico dei riti pasquali una profonda attenzione. Durante la santa messa, la guida spirituale dei sangiovannesi ha esortato i fedeli ad aprire il loro cuore al mistero della Croce. Molti gli spunti di riflessione del prete offerti durante l’omelia: dalla persecuzione dei cristiani nel mondo, al dolore che alberga in ogni uomo, destinato però a lasciare il passo alla speranza. La Passione del Signore secondo Luca è poi stata letta, nei vari passaggi, dallo stesso sacerdote, dal coro e da un fedele del posto. Un modo sapiente per rendere la liturgia assai partecipata. «Il chiacchiericcio delle opinioni dominanti» come l’ha definito nella stessa domenica papa Benedetto XVI è destinato a dissolversi nel nulla; la Passione di Cristo, invece, continuerà ad essere, saecula saeculorum, un solido riferimento religioso e culturale, sia per i credenti che per i non credenti.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 30 marzo 2010, p. 39