Zambrone, 19 febbraio 2010
Caro Aldo,
non è facile pensarti lontano. Quando mi hanno detto che eri andato via non ci riuscivo a credere, come non ci riesco ora. Con la tua partenza, il nostro paese, già spopolato, sarà ancora più vuoto. Ma per fortuna qui hai lasciato tante cose, proprio tante cose, che terranno vivo il tuo nome.
Innanzitutto, il sorriso, che anche i più piccoli di Zambrone (e di San Costantino, di Potenzoni, di tutti i posti in cui ti conoscevano) ricordano nella sua smagliante genuinità. Quell’espressione allegra, aperta, armonica che ti caratterizzava era lo specchio di una sensibilità umana rara: mai una parola fuori posto, anche quando i momenti erano difficili oppure conoscevi poco chi ti stava di fronte. Questa qualità, come la tua innata bontà, non si impara tanto facilmente, forse non si può proprio imparare. Perciò non è retorico dire che eri veramente speciale.
Ci sono altre cose però che si possono imparare, eccome, che possono servire a tutti noi, per migliorarci, per migliorare il nostro paese. Per esempio la tua socievolezza e il tuo saper stare in compagnia, con tutti. Per divertirsi, ma non solo. A scuola, dove la tua vivacità, le tue battute spiritose rendevano più gradevole lo stare tra i banchi per apprendere e crescere. Nello sport, quando la tua grinta, le tue sane incazzature spingevano tutta la squadra a ritrovare la voglia di vincere. Chi ti ha visto toccare un pallone, non può dimenticare quanto eri speciale anche in quello: l’eleganza del tocco, i dribbling spiazzanti, i goal di “rapina”.
Proprio il gioco del calcio, tua grande passione, esaltava anche il tuo spirito di sacrificio, il tuo senso del dovere. Non mancavi mai agli allenamenti, come mai saresti mancato al lavoro, da quando sei diventato grande. Mai ti sei “buttato malato”, mai ti sei sottratto al compito che ti veniva assegnato, festivi compresi. Anzi, facevi più del tuo dovere, e anche quando eri libero dal lavoro, eri sempre disponibile ad aiutare chiunque. Se per anni questo paese non ha avuto disagi, non gli è mancato il bene primario dell’acqua, quando d’estate la popolazione si moltiplica a dismisura, è per gran parte merito tuo e nessuno lo può dimenticare.
La tua vita sotto questo aspetto può essere di alto insegnamento, soprattutto in una Calabria dove spesso è facile trovare le scorciatoie dell’intrallazzo, del parassitismo, della criminalità. La tua vita di onesto lavoro, Aldo, è un esempio: l’unico modo di guadagnarsi la dignità e il rispetto di Uomo.
Anche se quel lavoro ti può costare la vita.
Troppe sono le persone che si alzano presto la mattina per “faticare” e non tornano più a casa, tutti i giorni in Italia e nel mondo intero. Perciò la tua improvvisa partenza deve essere un monito per chiedere verità e giustizia su quelle che vengono definite “morti bianche” proprio perché colpiscono gli innocenti come i bambini, come te.
Per tutti questi motivi, soprattutto per la tua generosità, il nostro paese ha il dovere di ricordarti non solo come un qualsiasi bravo cittadino, ma come un simbolo della possibilità di mettere fine alla disgregazione sociale che ci circonda e di creare una comunità compatta, basata su valori sani e di solidarietà. Perché da grande il tuo piccolo Lorenzo riconosca il suo papà nel cuore di questo paese.
Il tuo compare e amico Luigi