il corsivo
RESTITUIRE SENSUALITA’ ALLA POLITICA LOCALE
La giarrettiera di una sposa. Potrebbe essere il simbolo di una nuova coalizione di governo vibonese. Un modo come un altro per restituire, almeno simbolicamente, sensualità alla politica locale. E in effetti, nonostante l’azzurro acceso del mare e il verde lussureggiante delle sue campagne, in loco predomina il colore grigio. Nel reality meno spassoso del pianeta e cioè nel paesello politico di casa nostra, il grigiore é una specie di trappola infernale, difficile (ma non impossibile) da superare. I volti delle rappresentanze locali sono così preoccupati che ad occhio e croce non verrebbero smossi nemmeno da una cenetta a lume di candela con Sara Varone. Le espressioni impassibili delle dirigenze politiche fanno apparire gli apparatiks di brezneviana memoria come dei mattacchioni. Le loro puntuali dichiarazioni si presentano prevedibili come un orologio svizzero: allegria! L’atteggiamento è di stampo sacerdotale, a tal punto che anche gli ayatollah iraniani ne rimarrebbero favorevolmente impressionati. Per uscire da questa sorta di girone dantesco occorrerebbe uno sforzo di fantasia. Per mettere pepe nella politica vibonese servirebbe una ventata di novità, generata da un felice connubio tra improvvise alzate d’ingegno e fanfaronate senza contegno. La “mosceria” va a braccetto con la rassegnazione e allora urge una terapia d’urto, anzi, una vera e propria crociata contro ogni elemento destinato a sfociare in un irreversibile pessimismo. Una specie di viagra politico-dialettico capace di fare risvegliare i sensi di un elettorato stritolato tra la preoccupazione di non farcela e l’ansia da prestazione. Se poi ci fosse la fortuna di avere nuovi capipopolo sarebbe come fare sei al superenalotto. Figure senza esperienza e senza illuminanti idee, sia ben chiaro. Il massimo sarebbe avere ai vertici delle istituzioni locali due fighi pazzeschi che s’ispirino a personaggi del calibro di Alessia Marcuzzi e Fabrizio Corona. Insomma, di fronte alla mestizia che avanza impietosa servirebbe una reazione di getto depurata da ogni fronzolo. Ed allora: tavoli rovesciati, sedie che volano dalla finestra e urla degne di comparazione con la peggiore trasmissione televisiva trash potrebbero offrire, specie nei pubblici appuntamenti, vivaci spunti di dibattito. E perché no, ogni tanto si potrebbe addirittura pensare di candidare alla testa di qualche comunità personalità più belle che intelligenti. Il mondo politico provinciale, invece, pullula di elementi propositivi e filosoficamente razionalisti. John Locke sarebbe stato tanto orgoglioso. Però sarebbe meglio ispirarsi a pensatori de “noiartri” come Morandi, Tozzi e Ruggeri e prendere come slogan l’italianissimo e decisamente virile: “Si può dare di più”. L’abitudine, infatti, mina la stabilità di ogni rapporto. Si può anche mangiare la stessa minestra per anni e fingere di essere felici; peccato che a rendere il re nudo ci abbia pensato, appunto, l’inventore del viagra, le cui applicazioni politiche potrebbero dare risultati stupefacenti. Per tentare di vivacizzare il piatto rapporto elettori-eletti occorre cambiare posizione… Basta coi volti compassati, con una morigeratezza di costumi che sembra la parodia di uno spaccato sociale di matrice vittoriana. Stride fin troppo con una mediterraneità che per vivere ha bisogno di nutrirsi di passioni estreme e di un’irrazionalità dirompente. Avanzi come parametro delle relazioni politiche, il colpo di testa che, abbinato a elementi farseschi, simpatici fricchettoni e all’aiutino di derivazione chimico-sociale, può restituire speranza alla politica vibonese e non solo.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 3 gennaio 2010, p. 34