La ricorrenza
TRA RELIGIOSITA’ E CULTURA
FESTA A MOTTA FILOCASTRO
LIMBADI Il nucleo abitato di Motta Filocastro offre sempre soluzioni, idee, proposte convincenti. Lo fa quando si tratta di organizzare il “Filocastrum fest” e lo sa fare anche nelle occasioni religiose. Con la processione per le vie del borgo, la devozione cristiana per i santi Cosma e Damiano troverà domani il suo momento più intenso. Sentire cattolico, necessità di preghiere, coinvolgente passione devozionale. Sono i fattori temporali e meta temporali che rendono solenni tali festeggiamenti. L’evento religioso, le peculiarità urbanistiche dell’antica frazione di Limbadi e la dimensione culturale dei suoi abitanti, rimandano direttamente a una delle espressioni più straordinarie di Gesù: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno» (Lc 12, 32). Motta Filocastro con la devozione della sua comunità verso i santi Cosma e Damiano e la ferma guida spirituale del suo «pastore», don Antonino Loiacono, incarna alla perfezione l’immagine suggestiva riportata dall’evangelista Luca. E allora il «gregge» mottese appare sicuramente «piccolo» per dimensioni numeriche e capacità di intervento sui grandi processi della contemporaneità, ma è al contempo grande, per la sua partecipazione, a pieno titolo, alla pastoralità divina. In ordine alla capacità di organizzazione e di mobilitazione della comunità dei fedeli, va detto che il comitato festa, composto da Maria Grazia Aversa, Monica La Malfa e Stefano Mazzeo, si è conformato senza alcun problema alle nuove disposizioni vescovili che disciplinano le festività religiose. Nel caso di specie, il programma religioso ha seguito il suo consolidato percorso. Quello cosiddetto «civile», invece, ha registrato una novità significativa. La serata di domenica, infatti, si chiuderà con il concerto tenuto dalla band “Radici Calabre”, il cui repertorio è composto, esclusivamente, da musiche e canzoni calabresi. Una scelta dettata dalla volontà di proporre uno spettacolo autenticamente ancorato nel cuore pulsante delle radici culturali della popolazione, una scelta che segna la della bimillenria cultura popolare su un modernismo senz’anima.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 26 settembre 2009, p. 35