UN MUSEO PER LORENZO ALBINO
Tropea. Enotrio Pugliese, Mimmo Rotella e Albino Lorenzo. Sono gli artisti calabresi più rappresentativi del secolo passato. Però le Istituzioni locali, sembrano ignorarlo. Nei giorni passati proprio dalle pagine di Calabria Ora si è appreso con quanta freddezza è stato ricordato il primo anniversario della morte di Rotella. Anche quello di Lorenzo è passato pressoché inosservato. “Il Comune di Tropea non ha fatto nulla per ricordarlo, la mia famiglia è delusa e amareggiata; forse, mio padre, avrebbe dovuto seguire i consigli di qualche suo amico e andare a vivere altrove”. Queste le malinconiche dichiarazioni di Antonio Lorenzo, uno dei diciotto figli dell’artista tropeano. Ma ciò che colpisce è che nessuno, proprio nessuno, ha pensato di fare qualcosa per rendere onore a un grande calabrese che per scelta, ha deciso di trascorrere tutta la sua esistenza nella terra natia. A tale proposito, in un’intervista rilasciata a Pino Nano (che gli ricorda l’invito di alcuni amici a trasferirsi a Milano) Albino Lorenzo dichiara: “Troverei il successo, voi dite. Ma il prezzo che devo pagare è troppo alto. E’ qui che sono nato ed è qui che intendo restare. Ho imparato che il successo prima o poi passa, e quel poco che ti resta sul serio è il tuo mondo, se hai la fortuna di avere un tuo mondo”. Una scelta coraggiosa difesa con determinazione, diversa da quella di Enotrio Pugliese e Mimmo Rotella che invece preferirono emigrare. Il patriarca di Tropea (così lo chiamavano affettuosamente i suoi concittadini) ha conservato per sé alcune opere di una bellezza più unica che rara. Era sua espressa volontà che esse rimanessero in Calabria, magari a Tropea, o, comunque, nel Vibonese. In pratica, auspicava che venisse realizzato un museo che le ospitasse. Desiderio che gli eredi hanno già dichiarato di volere rispettare e assecondare. L’ultimo omaggio a una realtà che era parte essenziale della sua vita. Nessuno, però, sembra interessato a questa prospettiva. Non lo è il Comune di Tropea, assillato, probabilmente, dai tanti problemi tipici dei Comuni: mancanza di fondi, difficoltà a reperire nuovi spazi, impossibilità di fronteggiare il mantenimento di un’opera economicamente improduttiva. Non lo è l’Amministrazione provinciale, priva di un assessore al Turismo e senza nessuna politica di promozione culturale. Non lo è l’Amministrazione regionale che versa in una condizione di stabile precarietà. Non lo è il Ministero della Cultura dove, chissà perché, la voce del Vibonese non giunge mai. Eppure Albino Lorenzo è stato un vero e proprio genio dell’arte contemporanea. Non a caso le sue opere sono presenti nelle più importanti gallerie del mondo. Ha inventato un nuovo stile, ha usato, per immortalare le sue pennellate, la masonite, un materiale fino ad allora sconosciuto ai pittori. Un legno povero, come poveri sono i soggetti ritratti nei suoi quadri. Poveri, ma ricchi di spiritualità, cultura e luce. Esattamente il contrario di come appaiono oggi le Istituzioni deputate alla valorizzazione della cultura. La storia insegna che cultura e sviluppo, costituiscono un binomio inscindibile. Ma di tutto ciò chi ha responsabilità di governo, sembra non curarsene. Alla fin fine, Albino Lorenzo vive nelle sue opere, nei cuori di quanti hanno avuto il privilegio di conoscere la sua genialità artistica, ma, soprattutto, la sua infinità sensibilità umana. E’ molto ma non basta. E’ giusto che all’artista venga assegnato, anche formalmente e materialmente, un posto d’onore nella storia sua amata terra.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 14 gennaio 2007