TROPEA HOSPITAL
TRA PASSATO E PRESENTE
Correva l’anno 1964. Giacomo Mancini, socialista e calabrese, coriaceo e pragmatico ministro della Sanità stanziava i fondi necessari alla costruzione di alcuni presidi ospedalieri da ubicarsi sul territorio vibonese. Le sedi prescelte furono Vibo Valentia, che fino allora utilizzava quale presidio medico la struttura limitrofa alla Chiesa del Carmine, poi convertita in Casa di riposo; un immobile chiaramente inadeguato alle esigenze della città più popolosa della provincia. Tropea, la cui situazione era in parte simile a quella di Vibo Valentia, nel senso che era già esistente, per quanto insufficiente, un edificio sanitario. Nicotera, Pizzo, Serra San Bruno e Soriano, dove non era presente alcun centro medico. In quel tempo, nell’area di Vibo Valentia la tbc mieteva migliaia di vittime, avanzava l’onda lunga della natalità, le strade erano poco più o poco meno che delle mulattiere e le autovetture appannaggio di pochi eletti. Per questo venne deciso di costruire edifici da destinare alla sanità pubblica. Una scelta coraggiosa, dettata dalle condizioni di povertà e arretratezza in cui versava l’intero circondario vibonese e che, di fatto, limitava pesantemente l’esercizio del diritto alla salute.
Un presidio a Tropea. Fu, così, decretata la fine del vecchio ospedale di Tropea, sito nel centro storico della ridente cittadina tirrenica. Il presidio medico era stato realizzato con il contributo fondamentale dell’ordine di Malta e per un lungo periodo venne gestito dall’Eca (Ente comunale di assistenza). Quel centro aveva assolto a una funzione di primaria importanza, per Tropea e per tutti i comuni limitrofi. Il “vecchio” ospedale annoverava centoventi posti letto riconosciuti su base regionale. I mezzi, talvolta erano carenti, tant’è che Sandro Cortese, attuale direttore dell’unità operativa gestione economica e finanziaria di Vibo Valentia, si ricorda di quando: “non c’erano le piantane per le flebo e si sopperiva ad esse con il legno delle scope”. Eppure vantava professionalità di prima eccellenza. Giuseppe Cubesi era un ginecologo di fama nazionale; fu il primo in Calabria a utilizzare le ecografie. Folco Spoleti, chirurgo di conclamata capacità. Enzo Luciano, il grande internista. Domenico Sgambriglia, ortopedico di alto livello. Michele Mazzeo, primario di un laboratorio analisi di prima fascia. Domenico Satriani, radiologo di rango non fu soltanto un grande professionista, che operò con spirito pionieristico e un senso del dovere eccezionale. Mimmo Satriani, se si tiene conto delle carenze strutturali, molte delle quali sarebbero state colmate in tempi successivi, fu anche un medico di grande umanità, disponibile e scrupoloso. Non si ricorda di lui un solo gesto di impazienza o di insofferenza verso chiunque né una richiesta avanzata senza tenere conto della situazione complessiva dell’ospedale. La sua immatura scomparsa lasciò un vuoto incolmabile. L’ospedale svolgeva, inoltre, altri servizi di assistenza medica, poi sostituiti dall’Inam (attuale Saub). La cura ai malati traeva il suo solido fondamento dal “Logos” dei greci; l’assistenza, dalla “Caritas” cristiana. I pazienti erano assistiti dalle suore di carità appartenenti all’ordine di Santa Antida Touret. Il granitico rigore di suor Brunina prima e di suor Vincenzina poi, si traduceva in efficienza e amore verso il prossimo. La loro attività assistenziale terminò il 14 gennaio 1997. Una volta realizzate le strutture programmate nel lontano 1965, esse rimasero per lungo tempo inutilizzate. Lungaggini burocratiche e indecisionismi politici iniziavano a corrodere i nuovi edifici. Intanto il “vecchio” ospedale di Tropea, non era più in grado di fare fronte alle nuove esigenze della contemporaneità. I tempi erano cambiati, la domanda sanitaria era sempre più particolareggiata ed esigente. Erano state realizzate molte strade di collegamento e il boom degli anni Ottanta aveva aumentato la disponibilità delle autovetture in possesso delle famiglie italiane.
ANNI ’80 e ’90 All’inizio degli anni Ottanta la prima struttura che sembrava fosse in procinto di aprire era quella di Nicotera. La circostanza venne alle orecchie della classe politica tropeana. Ci fu a quel punto una convergenza di idee e interessi che (probabilmente caso unico nella sua storia) unì tanto la popolazione quanto i rappresentanti politici. Durante la notte tra il 5 e il 6 gennaio del 1985 fu avvertita una scossa di terremoto. La cosa curiosa è che il sisma si percepì solo nell’area dell’ospedale di Tropea! Vennero chiamati i vigili del fuoco i quali constatarono che i vetri funzionali alla rilevazione della scossa tellurica si erano effettivamente frantumati. Assistiti da un cielo stellato, nelle ore buie venne realizzato il trasloco nella nuova struttura ospedaliera. Giunsero sul posto alcuni camion di ditte del posto che contribuirono logisticamente a trasferire mobilia, attrezzature e pazienti nel nuovo edificio. La manodopera impiegata per il trasferimento di cose e persone era costituita dagli stessi dipendenti dell’ospedale. Tino Mazzitelli, attuale direttore sanitario della struttura ospedaliera di Tropea, ricorda l’episodio chiaramente. “Io stesso, già dipendente dell’ospedale, partecipai attivamente al trasloco. In quel momento eravamo tutti convinti che stessimo facendo la cosa giusta; quasi di assolvere ad una missione”. All’operazione contribuì anche parte della cittadinanza, conscia di vivere un momento storico. Dai dati raccolti, non sembra ci sia mai stato un progetto studiato a tavolino per effettuare il trasferimento nel nuovo immobile. Piuttosto un disegno tacitamente accettato dagli interessati. Nel nuovo ospedale vennero mantenuti i servizi già effettuati nel vecchio edificio. Tutte le professionalità si misero al servizio del nuovo centro. Durante i primi anni, l’ospedale ebbe una discreta crescita, poi, a partire dai primi anni Novanta, la musica cambiò. La Sanità fu investita da riforme radicali.
LE RIFORME I vecchi “comitati di gestione” vennero aboliti e sostituiti con la figura del manager affiancato da una moltitudine di dirigenti con funzioni più o meno rilevanti. “Tangentopoli” irruppe sulla scena nazionale con prepotenza. L’instabilità, i governi tecnici, il caos, naturalmente incisero in termini nettamente negativi anche sulla sanità. Una delle parole d’ordine di quel tempo divenne “austerità”. Basta con gli sprechi! Facile a dirsi, difficile da mantenere. Invero, la spesa sanitaria continuò a crescere, ma il livello qualitativo dei servizi iniziò a peggiorare. Fra piani sanitari regionali e atti aziendali, i servizi resi dalla struttura ospedaliera calarono progressivamente. Generarono confusione tra i cittadini, frustrazione tra il personale dipendente, tensioni fra i pazienti. La sanità divenne, sempre di più uno strumento potentissimo di potere. Sanità uguale soldi, soldi uguale potere, potere uguale voti. A questo punto le strutture programmate nel lontano 1965 (ospedali di Tropea, Nicotera, Pizzo, Soriano, Serra San Bruno) divennero oggettivamente non più funzionali allo scopo per il quale erano state programmate. La classe politica, però, non offrì risposte certe e una visione strategica adeguata ai tempi. L’accorpamento con il presidio di Vibo Valentia (datata gennaio 1993) fu un’ulteriore iattura. La struttura di Tropea perse la sua autonomia. La conseguenza fu il rilevante ridimensionamento del centro. Tino Mazzitelli al riguardo ha mestamente rilevato, però, che: “Il rapporto esborsi-benefici nella Sanità non può essere valutato come in un’azienda privata. Il mantenimento di un ufficio o di un reparto o di un incarico ad alta specializzazione, può risultare di primaria e inderogabile importanza e ciò a prescindere dai costi”. Un dato positivo di questa fase storica fu il concorso (l’ultimo che sia stato effettuato) per l’assunzione di cinque nuovi medici. Le procedure furono avviate nel 1990 e terminarono nel marzo dell’anno successivo.
I DATI Complessivamente, le unità lavorative a disposizione della struttura ospedaliera (tecnici, medici, infermieri e impiegati) sono duecentoventidue. I reparti, però, rispetto alla mole di lavoro svolta, risultano sottodimensionati. I dati statistici del 2006 manifestano, infatti, un’attività rilevante del presidio, frustrata nelle sue potenzialità, ma essenziale per i cittadini del comprensorio. Le opinioni diffuse tra il personale medico, gli amministratori e i cittadini di Tropea e dintorni sono sostanzialmente riconducibili a tre posizioni. La prima. L’ospedale di Tropea dovrebbe essere convertito e offrire un prodotto unico. Per esempio mediante la costruzione di una camera iperbarica o un di centro di cura per i grandi ustionati. Tesi che incontra, quale prima obiezione, la mancanza di un’adeguata professionalità, la cui formazione richiederebbe un rilevante arco temporale. La seconda. Tropea è il centro turistico più importante della costa tirrenica. Pertanto, la funzionalità del presidio non può essere messa in discussione. Piuttosto dovrebbe razionalizzare i servizi, garantendo l’efficienza di pochi ma indispensabili reparti: chirurgia, cardiologia e medicina interna, rianimazione, pronto soccorso. La terza che è poi la preponderante. Occorre continuare sulla strada intrapresa quasi involontariamente dopo il 2000. Ovvero, da una parte sopperire alla fisiologica e oggettiva incapacità di certi reparti del presidio ospedaliero di Vibo Valentia di fare fronte alla crescente domanda sanitaria. Dall’altra, garantire l’espletamento di attività insussistenti presso la struttura del capoluogo.
LA RIFLESSIONE E’ innegabile che il reparto di Gastroenterologia abbia salvato la vita a diecine di persone attraverso l’attività di prevenzione sulle patologie del colon. Al pari di Ematologia che ha diagnosticato leucemie allo stato iniziale, offrendo, in tal modo una concreta speranza di cura. Reumatologia, infine, ha rappresentato un vero e proprio centro d’immigrazione sanitaria. La “terapia biologica” praticata nel reparto, ha prodotto riflessi positivi per l’ospedale e per molti pazienti provenienti, oltre che dalla provincia di Vibo Valentia, anche da Catanzaro e Reggio Calabria. Per ragioni inintelligibili, nessuno di questi reparti, tra i più produttivi della sanità provinciale, è ormai funzionante! La sensazione è che la classe dirigente regionale non sia stata impeccabile nella programmazione circa il ruolo da assegnare al presidio medico-sanitario tropeano. La diffusione, nell’agire politico e amministrativo, dell’economicismo qualunquista o, se si preferisce, del qualunquismo economicista ha fatto il resto. La realizzazione di una nuova struttura ospedaliera a Vibo Valentia richiederà tempi lunghi. Nelle more è difficile immaginare che si possa prescindere da quella di Tropea. Pena, la grave e irrimediabile compressione dell’articolo 32 della Costituzione…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 13 dicembre 2007
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I NUMERI REPARTO PER REPARTO
La funzionalità e le prospettive della struttura ospedaliera di Tropea non possono essere analizzate senza conoscere i dati del presidio medico. Ecco gli ultimi rilievi statistici che si riferiscono al 2006.
Medicina E’ l’unica struttura complessa. Ovvero a disporre di un primario. I medici nel reparto sono 4; gli infermieri 12; gli ausiliari 3. Le prestazioni ambulatoriali sono state 2488; i ricoveri 1275; i day hospital 662; le giornate di degenza 7864.
Cardiologia Dispone di un dirigente che è il responsabile del reparto; 1 medico, un infermiere professionale. Le prestazioni ambulatoriali sono state 4.905; i day hospital 207, le giornate di degenza 305.
Radiologia Dispone di un dirigente che è responsabile del reparto, di 2 medici, 3 tecnici, 1 infermiere professionale e 1 operatore tecnico sanitario. L;e prestazioni complessive sono state 21.832 di cui 10.712 esterne e 101.120 ad uso interno.
Dialisi Dispone di 1 dirigente medico; 2 medici e 1 a contratto. 10 gli infermieri, di cui 1 ausiliario. Il reparto dispone di otto posti. Le prestazioni dialitiche sono state 20.132, quelle ambulatoriali 5144.
Otorino Dispone di 1 medico e 1 infermiere professionale. Le prestazioni complessive sono state 6020.
Laboratorio analisi Dispone di 6 medici 5 tecnici e 2 unità di segreteria.
Pediatria E’ stata in funzione per dieci mesi. Poi è stata trasferita all’ospedale di Vibo Valentia e nuovamente riportata presso la struttura di Tropea. Dispone di 1 medico e 1 puericultrice. 2.398 le prestazioni complessive.
Chirurgia Dispone di un responsabile del reparto, 4 medici, 9 infermieri.. I ricoveri ordinari sono stati 267; i day hospital 88, i day surgery 83, gli interventi ambulatoriali 776. Nella sala operatoria sono stati effettuati i seguenti interventi: 99 oculistica; 33 oncologia; 95 ortopedia; 3 anestesia; 48 urologia; 362 chirurgia ordinaria; 415 day surgery; 5 dermatologia; 10 gastroenterologia.
Ortopedia Dispone di 1 responsabile e altri 3 medici, 1 infermiere professionale e 1 infermiere ausiliario. Le prestazioni ambulatoriali sono state 5.742, i day surgery 95, i day hospital 82.
Urologia Dispone di un responsabile, 3 medici e 9 infermieri. Le prestazioni sono state 2033. I day surgery 265; le degenze in day surgery 558, i ricoveri ordinari 3002.
Fisioterapia Dispone di 4 medici, 1 ausiliario e un dipendente amministrativo. Le prestazioni complessive sono state 25.802.
Pronto soccorso Dispone di 1 dirigente, altri 3 medici, 7 infermieri, 5 ausiliari. Le prestazioni complessive sono state 19.561 di cui 4.920 ricoveri.
Reumatologia Il reparto ha funzionato per sei mesi. Le prestazioni effettuate sono state 186; i day hospital 300, i rientri 1800.
Diabetologia Il reparto ha effettuato 1592 prestazioni.
Anestesia Dispone di 2 medici e 2 infermieri.
Tutti i reparti sopra indicati sono classificati come “strutture semplici” ad esse vanno aggiunte quelle pertinenti al servizio di emergenza urgenza che dispone di 5 medici, 6 infermieri e 5 autisti e di Farmacia che dipone di 1 responsabile e 4 dipendenti.
Ostetricia. Incarico ad alta specializzazione. Dispone di 1 medico, 3 infermiere e una dipendente proveniente dal consultorio. Il reparto è stato chiuso dopo tre mesi. Nell’anno in corso è stato riattivato. 247 le prestazioni effettuate.
Ematologia. Incarico ad alta specializzazione. Le prestazioni, effettuate per due mesi, sono state 88.
Il quadro delle prestazioni effettuate nel 2006 si chiude con l’indicazione dei dati prodotti dalle “strutture a valenza dipartimentale” sempre riferiti al 2006.
Dermatologia Dispone di un dirigente 1 infermiere professionale, 1 infermiere ausiliario. Le prestazioni mediche complessive sono state 3674, i day hospital 135, 463 le degenze.
Gastroenterologia Dispone di un solo medico. Il reparto è stato chiuso il 28 maggio 2006. Poi è stato riaperto e nuovamente chiuso nell’anno in corso. 82 i day hospital registrati nel 2006; 2815 le prestazioni complessive.
Oncologia Dispone di un responsabile del reparto e di altri 2 medici, di cui uno a contratto. Gli infermieri sono 4. Le degenze sono state 2447, le prestazioni ambulatoriali 609, i day hospital 247.
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TITOLETTI
Dagli anno ’60 ad oggi. Una storia travagliata per un presidio fondamentale sul territorio, svuotato fino all’inverosimile di servizi a fronte di una spesa nonostante tutto sempre crescente.
La costruzione Giacomo Mancini ministro socialista e calabrese decretò nel 1964 la costruzione degli ospedali di Vibo Valentia, Tropea, Nicotera, Serra San Bruno, Soriano, Pizzo
Il ruolo Il “vecchio” ospedale di Tropea, ricoprì un ruolo fondamentale per tutto il circondario. Le suore di santa Antida de Touret prestarono l’assistenza fino al 14 gennaio 1997
Il terremoto Tra la notte del 5 e 6 gennaio 1985 un terremoto “sospetto” fu all’origine del repentino trasferimento dal vecchio al nuovo ospedale.
Anni ’90 Negli anni Novanta si verificò un impoverimento delle risorse umane ed economiche dell’ospedale. La spesa sanitaria cresce, ma i servizi diminuiscono