LA DERMATOLOGIA DELL’OSPEDALE DI TROPEA RISCHIA LA CHIUSURA
Tropea – La pelle è così importante da costituire, speriamo ancora per poco, uno spartiacque tra gli uomini, tra le società e rappresentare un fattore che ha accompagnato e spesso caratterizzato le relazioni tra le persone. I canoni estetici sono elementi soggettivi, ma spesso, all’interno di consci od inconsci contesti, tracciano lo sviluppo di intere culture. Il fatto che sia arrivato alla Casa Bianca Barack Obama, il primo Presidente Usa di colore, ha impresso un nuovo cammino alla storia dell’umanità. Ma, talvolta, le polarità si invertono, come affermano le tre streghe di Macbeth, per le quali «Il brutto è bello ed il bello è brutto», il buon senso della ragione e dei sentimenti viene capovolto nella realtà dei fatti. E’ un po’ quello che si registra in questi giorni a Tropea presso la Struttura Dipartimentale di Dermatologia, diretta dal dottor Virgilio Scollica, in procinto di lasciare l’incarico professionale per anzianità di servizio. Con la partenza del medico responsabile – cui, oggettivamente, si deve, nel corso di proficui anni di servizio in favore dei malati la crescita in termini professionali e di offerta diagnostica e terapeutica dell’importante reparto - la Dermatologia di Tropea, isola felice della sanità calabrese, rischia di fatto la chiusura con l’interruzione della continuità assistenziale, a causa della prospettata mancanza di personale medico specializzato, in grado di conoscere e calibrare quelle variabili delle dotazioni strumentali e del soggetto paziente che permettono approcci, diagnosi e terapie individuali e personalizzate e che fanno la differenza tra la riduzione del rischio, la cura e gli effetti - è proprio il caso di dire - sulla pelle delle persone. A Tropea, dunque, con la partenza del responsabile della struttura, dotato dello specifico, necessario know – how, si verrebbe a creare di fatto un vuoto diagnostico e terapeutico per un amplissimo bacino di pazienti, ora sul piede di guerra, che giungono a Tropea da tutta la provincia ed anche da fuori regione. Il reparto di Tropea, infatti, aperto nel 1999, prima come ambulatorio e poi, dal 2005, come Struttura Dipartimentale, assume i connotati di un vero e proprio polo di attrazione del Centro Sud e, dunque, un ruolo fondamentale per gli ammalati, grazie ad una rara e complessa macchina (Puva terapia) per la fotochemioterapia a raggi ultravioletti Uva/Uvb a banda stretta, che permette alte percentuali di remissione di molteplici, gravi patologie cutanee a fronte di effetti collaterali scarsi o quasi inesistenti. Gli Uvb a banda stretta controllano, tra l’altro, l’eccessiva replicazione cellulare perché inibiscono selettivamente il Dna cellulare e modulano efficacemente l’azione dei processi infiammatori. Una cabina, tecnologicamente avanzatissima - per applicazioni parziali ad esempio su mani e piedi - con delicati protocolli di cura per il trattamento di patologie – anche invalidanti - che vanno dalla psoriasi alla vitiligine, dai tumori della pelle alle “macchie”, talvolta motivo di preoccupazione, dalle micosi agli eritemi, dagli eczemi alle dermatiti da contatto. Una dotazione straordinaria in una branca medica, come quella della dermatologia, che si intreccia con la genetica, l’immunologia, l’allergologia, l’oncologia oltre a nuove prospettive quali la dermovenerologia, che si occupa del trattamento della pelle sana. Nel presidio ospedaliero di Tropea, che fino ad oggi ha potuto vantare tale eccezionale dotazione (hardware e software si direbbe in informatica) si rischia ad horas di interrompere, dunque, anche quei cicli terapeutici in corso che, per molte patologie dermatologiche, devono essere necessariamente effettuati nell’arco di tempo ricompreso tra l’autunno e la primavera inoltrata al fine di raggiungere congrui risultati estetico – funzionali. Per natura stessa, l’approccio medico necessita, nella fase precedente le prescrizioni, di una perfetta conoscenza degli strumenti diagnostici e terapeutici (in questo caso si parla di raggi ultravioletti) e della valutazione delle condizioni generali della persona e delle interazioni che ci possono essere tra la psoriasi ed altre malattie o farmaci quali, ad esempio, quelli per l’ipertensione arteriosa o il diabete. Non per nulla si parla di “occhio clinico”. «E’ assurdo – afferma uno dei malati – che ci sia un’interruzione nella cura, un rallentamento o che non ci sia più nessuno che possa, con cognizione di causa, controllare le terapie ed i loro effetti. Noi che soffriamo di patologie come la psoriasi, la vitiligine o similari – aggiunge – abbiamo degli ottimi risultati clinici dalla cabina a raggi Uvb, ma siamo sconcertati dal rischio di non poterne più effettuare le sedute settimanali e di non avere adeguata assistenza. Chiediamo solo che coloro che amministrano la sanità, si rendano conto, in maniera urgente, che per guarire dobbiamo sottoporci a cure impegnative che ci costringono ad essere chiusi nella cabina anche per circa una mezz’ora e che necessitiamo di continue verifiche da parte di personale altamente specializzato, che sappia il fatto suo». Un altro paziente prosegue: «Sono affetto da vitiligine sul volto e ciò mi comporta seri problemi. In virtù delle cure prestate presso il reparto guidato dal dottore Scollica, che ringrazio di cuore per ciò che ha fatto, la vitiligine è quasi scomparsa, cosa molto rara. Lo stesso dottore Scollica si è offerto di continuare le attuali cure e di illustrare il corretto funzionamento della macchina a personale specializzato. Spero che ciò accada veramente. Insieme ad altri malati, abbiamo anche chiesto degli appuntamenti ai dirigenti sanitari, ma finora non abbiamo ottenuto nulla di concreto. Siamo pronti, se i rischi paventati dovessero materializzarsi, a clamorose iniziative». Con il prospettato empasse della Dermatologia di Tropea vi sarebbero anche ricadute negative per i servizi di day surgery e day hospital – che hanno sia l’uno che l’altro due posti letto – e che scandiscono e perfezionano un cammino curativo che va dalla diagnosi alla terapia farmacologica, strumentale o chirurgica e riabilitativa post operatoria, con centinaia di casi di malformazioni della pelle – benigne o maligne che fossero – portate a soluzione. In sostanza, in un periodo nel quale la sanità regionale ha evitato il Commissariamento, da Tropea arriva - da parte di tanti pazienti dell’importante centro dermatologico - un accorato appello affinché non si possa mai “giocare sulla pelle delle persone”.
Eduardo Meligrana
Il Quotidiano della Calabria 19 dicembre 2009 pag. 28