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IL RITO DELL’IMMACOLATA
Nella seconda metà del 1400 si aprì un lungo dibattito teologico che giunse alla sua conclusione l’8 dicembre 1854. Il beato Papa Pio XI, con la bolla “Ineffabilis Deus”, proclamò il dogma cattolico dell’Immacolata concezione. Ma già prima di quella data, secondo il teologo padre Stefano De Fiores: “Il senso cristiano popolare, per intuito e per fede, si schiera a favore del privilegio mariano. Ossia, a favore di Maria Immacolata, senza macchia e senza peccato”. Ecco che la fede dei semplici, autentica e popolare, anticipa le dotte dispute dei teologi, divisi su un nodo esegetico: se Maria è senza peccato sin dal primo istante del concepimento, da che cosa avrebbe dovuto redimerla Cristo ? La fede dei teologi da una parte e quella del popolo dall’altra. L’intreccio, tra il punto di vista teologico e quello antropologico, è stato recentemente indagato anche a Nicotera Marina, dove l’8 dicembre si rinnova la tradizione della spettacolare processione dell’Immacolata. “E’ sufficiente un piccolo segno agli umili e ai semplici per leggere il disegno divino”, spiega De Fiores. Questo segno è manifestato con il linguaggio proprio della cultura popolare, che si materializza nell’iconografia plastica delle statue lignee o delle tele di scuola napoletana disseminate in tutta la Calabria. Per il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo: “Il culto dell’Immacolata ha contribuito a elaborare forme espressive e una religiosità appagante e disinibita”. A San Giovanni, le festività connesse al culto sono di recente istituzione. I fedeli, comunque, partecipano ad esse con spirito votivo. I solenni festeggiamenti sono stati organizzati dal comitato composto da: Maria Giannini, Anna Gentile, Francesca Grillo e Caterina Muggeri. Al termine dei riti religiosi, sono state offerte al pubblico zeppole e dolciumi; uno spettacolo clownesco ha allietato gli astanti.
Giuseppe Campisi
Cronache Aramonesi, anno V, n. 1 (gennaio 2009)