Zambrone. Primo laboratorio di danze etniche
TRE GIORNI ALL’INSEGNA DEI RITMI DELLE TARANTELLE
di NICOLA COSTANZO
ZAMBRONE Cosa unisce l’avvocato di Zambrone al ricercatore universitario di Cosenza? O l’insegnante di Zungri con l’ingegnere di Motta Filocastro? O ancora, gli impiegati di Vibo Valentia con gli studenti di Pizzo? A questa domanda, apparentemente sconclusionata, il Laboratorio di danze etniche calabresi che si è tenuto a Zambrone dal 31 luglio al 2 agosto, offre un’adeguata risposta: la passione per la tradizione coreutica e musicale calabrese. Il corso di danze popolari svoltosi a Zambrone ha riscosso successi ben aldilà delle più rosee aspettative del soggetto organizzatore. In effetti, al seminario hanno aderito numerose persone di ogni età e ceto sociale, provenienti, in gran parte (ma non solo) da vari comuni della provincia di Vibo Valentia. La musica e il ballo rappresentano per la popolazione calabrese il più antico segmento di cultura popolare, un elemento che ha influito considerevolmente in tutte le vicende sociali per tanti secoli. Il Centro studi umanistici e scientifici Aramoni ha intrapreso da ormai sei anni un percorso finalizzato alla conoscenza e alla valorizzazione di tale aspetto della cultura popolare. I risultati sono pregevoli, lo sforzo, infatti, di valorizzare il momento identitario locale, inizia a produrre i primi frutti. Corrado L’Andolina, presidente del Centro studi Aramoni, associazione che ha organizzato l’iniziativa, ha dichiarato: «L’entusiasmo di molti ragazzini, la leggiadra spensieratezza degli amici, vecchi e nuovi, che hanno aderito al laboratorio, saranno tra i ricordi più belli che porterò a lungo nel mio cuore». In effetti, il Laboratorio ha registrato il plauso generalizzato. Complice la passione del “Mastru d’abballu”, Nando Brusco che ha insegnato ai partecipanti a muoversi a ritmo di tarantelle. L’artista, originario di Belmonte si è avvalso, durante le lezioni, dello strumento principe delle tarantelle calabresi, che offre loro la dimensione ritmica e ne sorregge la struttura: il tamburello. La prima lezione ha avuto una duplice funzione, quella teorico-introduttiva e l’insegnamento del passo base utile a ogni prestazione “tarantellata”. La seconda lezione, invece, è stata dedicata interamente alla “Viddhaneddha” danza popolare di estrazione reggina in voga, storicamente, anche nel Vibonese, specie nell’area di Monte Poro. Infine, protagonista della terza serata è stata la “Pastorale del Pollino”. Nell’ultima lezione, ad accompagnare Nando Brusco nel suo difficile compito, anche gli altri due componenti dei Nagrù, Biagio Accardi e Oreste Forestieri. Il primo, abile suonatore di lira e tamburello, il secondo, di zampogne, pipite e flauti a corteccia. La manifestazione si è svolta nel Centro sociale del capoluogo tirrenico ed è stato solo il primo momento della nota kermesse zambronese, denominata Tamburello festival. Prossima tappa della manifestazione, infatti, un concerto eseguito da un duo tradizionale, composto da pipita e zampogna. L’evento avrà corso, per il secondo anno consecutivo, sul lungomare di Zambrone durante il pomeriggio del 16 agosto. Un modo originale per allietare i vacanzieri presenti sul lido e offrire loro uno spaccato di musica etnica calabrese. L’evento si concluderà nella serata del 18 agosto con una programmazione di primo livello: concerto della band salentina Tammurria prima e di quella calabrese dei Nagrù poi, momento teatrale curato da Lindo Nudo, laboratorio di strumenti musicali calabresi, esposizione artigianale denominata “Galleria d’arti… e mille sapori!”, sagra aramonese, ballo dei Giganti, spettacolo pirotecnico della cameiuzza. Insomma, un appuntamento imperdibile per turisti e non solo…
Pubblicato su Il Quotidiano il 4 agosto 2009, p. 24