IL SIMBOLO DI FATIMA A ZUNGRI
Bagno di fedeli per l’arrivo in paese della Madonna pellegrina
Zungri
“Evviva Maria, evviva Maria”. Sono le parole di uno dei canti più semplici della comunità cristiana. Due parole per esprimere tutta la tensione religiosa ed emozionale verso la Madonna. Il Sommo pontefice Giovanni Paolo II espresse il suo infinito amore verso la Vergine in questi termini: “Totus tuus”. Di nuovo solo due parole. Per ogni cristiano, sia il Papa o il semplice fedele, l’amore per Maria Vergine non richiede chissà quali panegirici. Esso è immediato, profondo, incommensurabile. La conferma è data da un evento unico e, forse, irripetibile. Una delle tre statue originali della Madonna di Fatima è giunta, lo scorso venerdì, presso il campo sportivo di Zungri alle ore 19:30. Il suo trasferimento è stato curato dall’associazione “Araldi del vangelo”, soggetto di diritto pontificio preposto a tale funzione. Due i suoi componenti che hanno presenziato alla cerimonia. Una moltitudine di fedeli in tripudio ha accolto la statua della Madonna con fervore religioso d’altri tempi. Don Felice La Rosa, titolare della parrocchia San Nicola vescovo, di Zungri, è visibilmente teso. Ma non appena la statua della Vergine Maria giunge a destinazione, si scioglie in un sorriso frutto di una fede vigorosa, semplice ma austera. La giovane guida spirituale zungrese ha organizzato l’evento con precisione asburgica e passione mediterranea, coinvolgendo nell’iniziativa diecine di parrocchiani, la maggior parte dei quali giovani. A tale proposito va anche sottolineata la presenza di molti sacerdoti del circondario, fra i quali: don Rocco Arena, padre Giuseppe Massara, l’arciprete emerito don Paolo Pietropaolo, don Francesco Sicari, don Pasquale Sposaro e don Giuseppe Vitaliano. E allora si comprende pienamente il senso dell’omelia pronunciata, recentemente, dal cardinale emerito Giacomo Biffi in occasione del suo ottantesimo compleanno nella Basilica della Beata Vergine di San Luca di Bologna: “il sacerdozio ministeriale è posto sotto la singolare protezione materna della Regina del cielo e della terra”. Dopo l’incoronazione e una breve processione verso il santuario della Madonna della Neve, il canonico don Giuseppe Florio, vicario zonale per il circondario di Tropea ha effettuato la celebrazione eucaristica. Per l’occasione, il percorso verso il santuario è stato caratterizzato da un ampio tappeto floreale. A seguire, l’atto di consacrazione alla Vergine Maria. Presenti, alla cerimonia religiosa, il sindaco di Zungri, Tino Mazzitelli, il comandante della locale stazione dei carabinieri Emilio Farruggia e il senatore Franco Bevilacqua. Due le confraternite che non hanno mancato l’appuntamento: San Pantaleone di Papaglionti e Sacro Cuore di Gesù di San Giovanni di Zambrone. La capacità calamitante dell’evento, rappresenta di per sé un “miracolo”. In epoca di “dittatura del relativismo”, in cui tutto è effimero, vacuo e dove la superficialità e la fretta prevalgono sull’approfondimento e sulla meditazione, simili eventi non possono passare inosservati. Essi ripropongono con forza i grandi temi di un’umanità assetata di spiritualità. In primis quello della Speranza, oggetto, recentemente di un’enciclica papale “Spe salvi”. Fu il Concilio di Efeso, nel 431 ad attribuire a Maria il titolo di “Theotòkos” che in greco significa “Colei che generò Dio”. Da quel momento e per tutti i secoli successivi, il sorriso della Madonna, immacolato e radioso, continua a illuminare il percorso esistenziale e religioso dei credenti. Il principe Antonio de Curtis, in arte Totò, in una celebre poesia “A livella” affermò che solo la morte “livella”, appunto, le umane esistenze. La sua, però, era una visione pessimistica. Alla cerimonia di giorno venti erano presenti l’avvocato e il bracciante, l’insegnante e la casalinga, l’ingegnere e il carpentiere. Una folla immensa che ha condiviso un momento gioioso, di autentico amore verso la Beata Vergine Maria. Tutti uguali, con gli stessi sentimenti di devozione verso la “Madre di Dio” e la sua infinita misericordia; “livellati” nella preghiera e da momenti di lieta e straordinaria vitalità umana e spirituale…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 23 giugno 2008