Per gli storici il taumaturgo di Paola soggiornò nel centro sito alle pendici del Poro
Zaccanopoli
“San Francesco di Paola in Zaccanopoli”. E’ il titolo di un articolo scritto da Pasquale Massara Scalfari nel 1924 e recentemente ripubblicato sul sito web www.tropeamagazine.it. Nell’articolo viene minuziosamente rievocato lo storico passaggio del grande taumaturgo di Paola da Zaccanopoli. Il Santo, accompagnato dai frati Paolo Rendaccio e Giovanni da San Lucido, venne ospitato dal parroco del tempo, don D. Domenico Gatto. Il sacerdote della comunità di Zaccanopoli, non aveva nulla da offrire al santo, tranne pochi pesci. San Francesco, fece la benedizione e li moltiplicò; ce ne furono a sufficienza per soddisfare l’appetito di tutti i commensali. Dopo avere consumato il pasto, il santo prese il suo piatto, sul quale erano comparsi dipinti i pesci, si affacciò dal balcone e lo posizionò sulla parete. Il piatto venne affisso al muro senza la necessità di malta o cemento e lì rimase fino al terremoto dell’8 settembre 1905 che distrusse la quasi totalità dei paesi calabresi. I cocci vennero comunque conservati dagli eredi del sacerdote Gatto. Sempre a Zaccanopoli, sembra che il santo abbia lasciato la sua impronta nell’incavatura di una roccia. In tale sito -riferisce il cronista Massara Scalari - “il Signor Loiacono Francesco fu Pasquale ha fatto costruire in muratura, per devozione verso il Santo, una colonna quadrata, sormontata da una croce, e racchiude l’effigie di S. Francesco, e vi si reca tutti i venerdì per accendervi la lampada. Il punto ove sorge tale colonna porta il nome di Croce San Francesco”. Il Santo di Paola, fece certamente sosta nel piccolo paesino sito alle pendici del Poro, nell’anno 1464, durante il viaggio verso Milazzo organizzato per fondare un convento del suo Ordine. Questo passaggio influenzò e non poco la vita spirituale degli zaccanopolesi. Tant’è che vi furono almeno due frati appartenenti all’Ordine dei Minimi. Il primo fu tale Mansueto, ricordato da Gabriel Barrius nel suo “De antiquitate et situ Calabriae” e da Francesco Adilardi nel testo “Cenno storico sulla Chiesa Vescovile di Tropea” in questi termini: “Zaccanopoli dette la culla a Mansueto, religioso di S. Francesco di Paola, che visse e morì da santo”. L’altro frate Minimo di Zaccanopoli fu padre Paolo Collia che, fra l’altro, ricoprì il ruolo di confessore del vicerè d’Althann dal quale ricevette un pezzetto di veste della Beata Vergine Maria chiuso in un reliquario d’argento e donato proprio alla chiesa parrocchiale di Zaccanopoli, che venera quale patrona, la Madonna della Neve. La Reliquia andò poi smarrita. Probabilmente, è proprio per queste ragioni che si è deciso il passaggio delle reliquie di San Francesco anche da Zaccanopoli. Nell’ambito dei festeggiamenti organizzati in occasione del quinto centenario dalla scomparsa del santo è stato realizzato, infatti, un pellegrinaggio per le diocesi calabresi. Nella provincia di Vibo Valentia, le reliquie avevano già fatto sosta anche a Mileto, Nicotera, Tropea, Filandari, Vazzano, Pizzo. Ad accogliere le reliquie del santo una folla enorme, “nonostante -sottolinea Caterina Mamone, parrocchiana particolarmente devota a San Francesco- la notizia di questo storico evento sia sopraggiunta solo poco tempo prima”. Il parroco don Francesco Sicari emozionato e felice per l’evento ha sottolineato: “La grande devozione degli zaccanopolesi per san Francesco, ispirata da sentimenti di autentica e profonda fede cristiana”.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 19 gennaio 2008