Le elezioni comunali si nutrono e sono a loro volta fonte di aneddoti e ritualità. A Zungri, un elemento tipico del “rito” di presentazione della lista è la mobilitazione dei propri supporter. Una prova muscolare che nelle intenzioni dei promotori ha un triplice obiettivo: scoraggiare l’avversario, dare motivazione al gruppo e lanciare un messaggio di forza e unità all’elettorato. Carl Jung, Alfred Adler e Otto Rank, avrebbero ricevuto dai leader politici zungresi una bella lezione! In passato avrebbero fatto capolino al municipio bambini cenciosi, anziani dal viso emaciato, donne rigorosamente silenziose e vestite a lutto. I tempi, però, cambiano e lo scorso sabato a Zungri, i fans dei due schieramenti si presentavano in maniera completamente diversa. Giovani elegantissimi, anziani con il giornale nella tasca della giacca, addirittura una candidata, Vittoria Fiamingo, in stato interessante. Un tempo, su quest’ultima, si sarebbe abbattuta la scure della scomunica civile e religiosa; oggi, invece, la circostanza rientra a pieno titolo nella “normalità” e regala un sorriso agli astanti. Il rito, però, è rimasto nelle sue fondamenta lo stesso, a cambiare è la sceneggiatura e gli attori, protagonisti e non. La prima lista, presentata intorno alle ore dieci, è stata “Zungri Futura - Intesa democratica” capeggiata da Francesco Galati. Il giovane candidato alla carica di primo cittadino è stato per quasi dieci anni il vicesindaco degli esecutivi retti da Tino Mazzitelli. Dell’amministrazione uscente sono stati confermati Caterina Gaudioso e Giulio Raffa, entrambi assessori in carica; cui si è aggiunto anche Gioacchino Raffa che ha ricoperto per l’intero quinquennio la carica di consigliere di minoranza. A questo punto bisogna svelare un piccolo retroscena. Fra i contendenti ci sono regole non scritte che valgono molto di più di quelle contenute nei codici. Una di queste prevede che fra i due schieramenti non vi siano contatti duraturi. I protagonisti, insomma, devono aspettare con calma, il loro turno; non ultimo per evidenti ragioni di opportunità. Alle ore undici, una volta che il primo gruppo ha lasciato la casa municipale, puntuale come un orologio svizzero è giunto quello capeggiato da Domenico Pugliese, denominato “Rinascita zungrese”. Fra i consiglieri confermati nel suo schieramento, Nicola Pugliese il più votato della lista alle scorse amministrative; due, gli altri candidati presenti alla precedente contesa: Francesco Raffa e Pasquale Spinoso. Nelle sue fila anche Maria La Torre, classe 1985, la più giovane candidata in assoluto. Conclusa la cerimonia di presentazione, i programmi vengono allocati momentaneamente nel cruscotto dell’auto parcheggiata vicino al municipio. Altro passaggio obbligato, la carovana che si sposta al bar: «è di buon auspicio» sentenzia un anziano sottoscrittore; sarà, ma intanto il buon candidato esce dal pubblico locale con una banconota verde in meno dal suo portafoglio. E poi, da entrambe le parti, le immancabili domande retoriche: «Per chi voterà compare Pietro? Ha due nipoti, una nella prima lista, l’altra nella seconda». La risposta dell’esperto stratega, presente in ogni gruppo è secca: «Sparti» (significa che dividerà i voti del suo nucleo familiare fra i due raggruppamenti). Tipica massima “democristianotta” retaggio di un mondo destinato a scomparire. Infine, seguono le considerazioni di circostanza, della serie: «Vinciamo, con duecento voti di scarto». Frasi dette dagli aspiranti amministratori più per farsi coraggio, che per autentica convinzione. Il dubbio, d’altronde, è la virtù dei saggi…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 13 maggio 2009, p. 37