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Anno 2009
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Da Zambrone all'Abruzzo
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La testimonianza di Russo
Da Zambrone all'Abruzzo
Sono molti i volontari vibonesi che hanno offerto la loro fattiva vicinanza alla popolazione abruzzese colpita dal recente terremoto. Storie di uomini comuni che hanno manifestato, concretamente, solidarietà ed affetto a famiglie segnate da un triste destino. Domenico Russo da Zambrone è il protagonista di una di esse. Subito dopo l’evento tellurico dello scorso sei aprile, nel centro sportivo di Navelli, piccolo borgo distante da L’Aquila appena pochi chilometri, è stata allestita una tendopoli dal gruppo di Protezione civile dei paracadutisti di Cinesello Balsamo. All’interno di tale struttura il giovane militare zambronese ha prestato la sua meritoria attività, tra la seconda e la terza decade di maggio. L’organizzazione del campo è eccellente. Il servizio mensa é gestito dai ragazzi del 21° Rgt Genio Guastatori che si occupano di dare pasti caldi a tutti gli ospiti della struttura. C’è una peculiarità che caratterizza la vita della tendopoli: l’organizzazione è di stampo tipicamente militare, ma non ci sono dirigenti che impartiscono ordini ed assegnano ruoli. Tutti i volontari prendono a cuore una determinata mansione ed assolvono spontaneamente ai relativi compiti. Nel centro di accoglienza ci sono donne, anziani, portatori di handicap, gente umile, quasi tutti col volto segnato dal dolore e dalla sofferenza. Nondimeno non smette di sorridere e di lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Ed è proprio l’atteggiamento positivo degli ospitati che dà ai volontari la carica giusta per assolvere a tutte le incombenze del caso. Domenico Russo, caporal maggiore del Ruolo d’onore dell’esercito italiano con la voce rotta dall’emozione descrive la sua esperienza in questi termini: «Nel campo eravamo tutti uguali, tutti volontari provenienti da ogni parte dell’Italia. Uomini capaci di lasciare tutto per venire ad aiutare gratuitamente questa gente. Per me è stata un’esperienza unica, ho capito cosa significa perdere tutto in pochi secondi e ritrovarsi a vivere in una tenda». Una testimonianza toccante ed eloquente, che renderebbe ridondante ogni commento. Domenico Russo ha poi aggiunto: «La cosa più bella di tale esperienza, oltre che vivere e condividere i disagi di questa gente, è quella di avere conosciuto tante persone capaci di donare senza chiedere nulla in cambio. I sorrisi calorosi degli abruzzesi mi hanno prima spezzato, poi colmato il cuore di gioia ed emozione profonde; orgoglioso, comunque, di essere stato vicino a questa gente. Sono ritornato a casa con la coscienza di avere dato, nel mio piccolo, tutto me stesso e ciò mi ha fatto capire quanto il singolo volontario possa fare per alleviare la sofferenza del suo simile». Sofocle, il più grande drammaturgo dell’antichità, ha scritto: «L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo».
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora l’1 giugno 2009, p. 21
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