>
Aramoni.it
>
Editoriale
>
Anno 2009
>
Per qualche balla in più
Home Page
pagina vista 1194 volte
Editoriale
Per qualche balla in più
Quel geniaccio di Carmelo Bene ci aveva visto giusto: “La verità -sosteneva- è una prostituta”. E allora, perché angustiare il popolo vibonese con terrificanti “verità”? Ad ascoltare i suoi pubblici rappresentanti si sentono, da sempre, cose di questo genere: “Alla “ggente” bisogna dire la verità”; “Guardiamoci in faccia e diciamoci la verità”; “La verità è che questa realtà sprofonda verso l’abisso”; “La verità è che non ci sono soldi”; “La verità è che il livello di disoccupazione giovanile è pari a quello dei Paesi del quarto mondo”; “La verità è che le strutture sono carenti”; “La verità è che i troppi vincoli burocratici frenano lo sviluppo”; “La verità è che non si fa nulla per prevenire i rischi del dissesto idrogeologico”; “La verità è che si eredita (sempre e in ogni circostanza) una situazione pesante”; “La verità è che la classe dirigente locale è troppo divisa”; “La verità è che a Roma la provincia di Vibo Valentia non ha peso”; “La verità è che lo Stato non interviene con decisione per debellarne gli endemici mali”; “La verità è che bisogna fare sistema, una razionale sinergia (nuova parolona magica della politichetta locale) tra enti, associazioni e imprenditoria”. Dopo un’insalubre scorpacciata di “verità”, urge una seria terapia disintossicante. Per eliminare ogni tossina legata alla “verità” la migliore cura è quella di raccontare balle. L’idea sarebbe quella di avere quale punto di riferimento soavi menzogne, magari credibili. Niente a che vedere con l’ottimismo della volontà di gramsciana memoria, rielaborato a modo suo dal Cavaliere. Piuttosto, si tratta di riscoprire il fascino (in)discreto della bugia. Della vicenda, in passato si sono occupati due pezzi da novanta della politica internazionale. Lenin diceva che una menzogna ripetuta molte volte diventa vera. Winston Churchill, invece, sosteneva che si può mentire a molti per poco tempo o a pochi per molto tempo, mai a tutti e per sempre. E allora, magari per un ristretto arco temporale, quando si potranno leggere comunicati di questo tipo? “Concluso il tesseramento del Pd vibonese: mille gli iscritti complessivi”. “Stanziati per il Filocastrum fest 30 mila euro”; “Costruito nella periferia vibonese l’edificio scolastico più moderno d’Italia”; “Partono da Vibo Valentia tre proposte contro i provvedimentini di natura assistenzialistica”; “Le giovani coppie di una delle province più povere d’Italia potranno accedere al credito agevolmente”; “Un’amministrazione del Vibonese assegna alla cultura il 10% delle spese di bilancio”; “L’ente che ha sede a Vibo destina risorse rilevanti a iniziative caritatevoli”. Tutto sommato, menzogne di questo genere avrebbero un costo pari a zero e aiuterebbero a campare meglio. Si tratterebbe di fandonie quasi terapeutiche che non aggraverebbero di un solo centesimo i bilanci pubblici. D’altro canto, a colpi di bugie si possono scoprire mondi inesplorati, come accadde a un mentitore incallito del calibro di Ulisse. La menzogna, d’altronde, risulta un ottimo strumento di socializzazione, fondamentale per capire l’altro e relazionarsi con lui. Secondo un proverbio ungherese, Dio ha donato all’uomo la lingua per parlare e le parole per nasconderne il pensiero. Ma la vita senza le bugie sarebbe davvero migliore? Una politica costruita su inoppugnabili verità sarebbe condannata ad oscillare fra tendenze dittatoriali e meri calcoli ragionieristici. Che tristezza! E d’altronde, perché fare torto alla natura umana? Peter Demianovich Ouspensky, matematico e filosofo russo ha scritto: “Se l’uomo potesse essere descritto come un tipo zoologico sarebbe definito l’animale bugiardo”.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 14 aprile 2009, p. 33
Associazione culturale Aramoni - Storia e tradizioni del popolo di Zambrone
frazione San Giovanni, Viale Antonio Gramsci numero 3 - 89867 Zambrone (VV) - Italia