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Turismo, meglio vivere o sopravvivere
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Editoriale
Turismo, meglio vivere o sopravvivere
La Salerno-Reggio Calabria è eternamente interrotta per lavori in corso. Sembra, a volte, una mulattiera. Il collegamento tra la Sa-Rc e la strada provinciale 522 che conduce a Briatico, Zambrone, Parghelia, Tropea e Capo Vaticano ad agosto si trasforma in una vera e propria via crucis. Motivi sufficienti a spiegare perché i vacanzieri scartano la Costa degli Dei dalle loro preferenze. Ma vi è di più. I porti turistici sono pochi e utilizzati in maniera approssimativa. In alcuni luoghi i depuratori hanno quale unica funzione quella di contribuire allo inquinamento marino! La magica formula mare-sole non regge più la concorrenza con altri paesi. Spagna, Croazia, Grecia, Francia, Slovenia sono diventate le mete preferite dai turisti europei. E ciò anche per altre ragioni. Ad esempio, i prezzi, decisamente più bassi di quelli proposti in loco; i numerosi voli low-cost. I tentativi di prolungare le vacanze sfruttando le risorse locali fino ad oggi sono falliti. Il rapporto mare-clima.arte-parchi-enogastronomia non ha prodotto alcun utile risultato. Gli impedimenti economici e culturali si sono rivelati invalicabili. Nella costa degli dei, ad esempio, per l’anno in corso non c’è stato un solo villaggio aperto tutti i giorni. Le istituzioni pubbliche sono ugualmente complici della disfatta. I pochi eventi (non sempre caratterizzati dall’originalità e dalla qualità) sono proposti nelle due settimane centrali di agosto. Il rimanente periodo è un mortorio. Il risultato è molto semplice. Nel centro- nord i dipendenti del settore turistico nel 2006 sono stati 700 mila. Al Sud 620 mila. I dati più recenti sono preoccupanti. Non è soltanto il “turismo straniero” che ha pressoché abbandonato il Sud. Anche il turismo interno scricchiola paurosamente. Secondo il rapporto Svimez soltanto il 18% dei residenti nelle altre regioni italiane sceglie il Mezzogiorno quale meta delle sue vacanze. In tal modo la componente principale rimane il cosiddetto “turismo di prossimità”. Insomma, sono gli stessi meridionali a farne il luogo in cui trascorrere le vacanze. Per risolvere la crisi del sistema urgono risposte diversificate a breve, medio e lungo termine. Il potenziamento delle strade interne, ferrovie ed autostrade è quanto mai necessario. Ma per attrarre turisti stranieri al Sud occorre puntare sulla velocità di accesso ai siti turistici. Innanzi tutto, portare più voli low-cost. In secondo luogo sarebbe auspicabile un’azione congiunta delle regioni meridionali capace di creare e promuovere un marchio “Sud Italia”. In pratica servirebbe un’azione strategica organica e complessiva, che sia in grado di dare nuovo slancio a un’area dalla forte vocazione turistica non ancora utilizzata appieno. Le potenzialità sono enormi. Anche per questo l’università della Calabria da sei anni ha aperto un corso di laurea in scienze turistiche. Nella quale dovrebbero essere formati i dirigenti del futuro. Il turismo del terzo millennio richiede scelte chiare e coraggiose. Alla politica spetta il compito di indicare la via dello sviluppo. All’amministrazione quella di percorrerla concretamente. Sugli imprenditori ricade la maggiore responsabilità fattuale. Ai cittadini l’onere di offrire proposte, suggerimenti e, in definitiva, controllarne gli sviluppi secondo gli istituti della democrazia.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 19 agosto 2007
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