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Anno 2007
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La crisi è morale
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Editoriale
La crisi è morale
Politicamente
VIBO VALENTIA DIVENTA COME ROMA
ANCHE DA QUESTE PARTI LA CRISI E’ MORALE
Il presidente della Provincia, poche settimane fa, ha ventilato l’ipotesi di convergenze centriste da realizzarsi a medio termine. Tradotto dal politichese: un accordo tra il Pdm e i suoi alleati con i settori più moderati del centro-destra. Parte delle forze che compongono la Cdl forse in crisi d’astinenza da potere, ha ammiccato immediatamente. L’idea, pertanto, troverà probabilmente un riscontro sperimentale in alcuni piccoli comuni prossimi alle elezioni amministrative. Sembrerebbe una delle tante anomalie vibonesi. A ben vedere, però, si riflettono nella periferia logiche di portata nazionale. Dopo la clamorosa bocciatura del Governo della scorsa settimana, i partiti del centro-sinistra si sono riuniti in conclave. Il risultato è stato sconfortante e sconcertante. E’ emerso, infatti, chiaro e forte un invito esplicito al trasformismo ! La crisi governativa si prestava a più soluzioni. Per esempio, si poteva aprire un tavolo di trattative con un partito del centro-destra . Oppure percorrere la via delle dimissioni e sottoporsi alla mannaia delle urne. Costruire un governo “istituzionale”. E invece si è scelta la strada peggiore culminata con l’ “acquisto” o il tesseramento di senatori “svincolati” (per usare una terminologia calcistica). Le pratiche trasformistiche caratterizzavano la prassi istituzionale dell’Italia monarchica. Mai, però, nemmeno negli anni più bui della cosiddetta “Prima repubblica” i partiti avevano lanciato simili appelli. La politica tanto a Roma quanto a Vibo Valentia, ha toccato il punto più basso. Le cause sono molteplici e comuni. Fra tutte, con chiarezza contundente, spiccano la crisi delle ideologie e la secolarizzazione della società. Nella realtà provinciale, inoltre, quale elemento aggiuntivo, vi è la tradizionale fragilità del tessuto socio-economico. Che fare? Urge seminare dubbi. Presupposti inderogabili di un rinnovato spirito dialettico. Necessitano sane provocazioni culturali. Occorre stimolare la partecipazione alla vita pubblica. Riaffermare con determinazione la centralità valoriale. Queste le prime risposte al vorticoso corrente degrado. Nicolas Sarkozy candidato alle elezioni presidenziali francesi ha dichiarato: “La crisi della Francia non è istituzionale, è morale”. Un’affermazione che può essere estesa a tutto il mondo occidentale. Anche e soprattutto ad un suo avamposto quale dovrebbe essere Vibo Valentia. Nella realtà locale e in quella nazionale non c’è “troppa” politica. Ce n’è, per usare un ossimoro, troppo poca. Servirebbe il coraggio di cambiare. Ma l’audacia è merce sempre più rara. Contrariamente al carrierismo e all’egoismo. Un segnale di rottura potrebbe venire dall’impegno civile dei giovani. Dal risveglio delle coscienze. Da un sussulto etico e morale; sentimento ben diverso da quello moralistico o moraleggiante. Occorrerebbe bandire il meretricio politico dalle Istituzioni. Riportare le dinamiche politiche alla ragione.
Nella capitale come in una delle ultime province d’Italia (e non solo geograficamente) i titolari di ruoli istituzionali sembrano imbalsamati. La “società civile” è smarrita. Il potere pubblico é sempre più logoro, “lento” e autoreferenziale. A quando un’inversione di rotta?
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora l’1 marzo 2007
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