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Anno 2006
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La coerenza é un valore fondamentale
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Editoriale
La coerenza é un valore fondamentale
Nel millenovecentonovantaquattro tanti esponenti politici, di destra e di sinistra, invocarono a voce alta, l’intervento del presidente della repubblica affinché sciogliesse il “parlamento dei corrotti”. In quella legislatura, infatti, molti deputati e senatori finirono sotto la scure mediatica-giudiziaria, anche se, a distanza di anni, la maggior parte di essi venne giudizialmente assolta dalle accuse mosse nella fase inquirente. Al riguardo, forse, è opportuno sottolineare che venne assolto anche il presidente Bettino Craxi; la Corte di Giustizia Europea (organo supremo di giustizia nell’ambito dell’Ue) infatti, sancì, con due sentenze definitive, la nullità delle condanne giudiziarie subite dal leader socialista, essendo stati giudicati i processi celebrati in Italia come “ingiusti”. La storia oggi, almeno all’apparenza, sembra ripetersi. In Calabria pare che siano ben ventidue i deputati regionali sotto processo. Tra questi vi sono anche coloro che un paio di lustri addietro sostenevano che “il dubbio è l’anticamera della verità”, una sciocchezza colossale! Gli stessi che un tempo sostenevano simili amenità, dovrebbero oggi rassegnare le dimissioni. E’ una questione di coerenza. Un noto scrittore sosteneva che “la coerenza è la virtù degli sciocchi”, una battuta che non può trovare nessuna applicazione in chi esercita un ruolo istituzionale. Per quanti ricoprono una carica pubblica, la mancanza di coerenza svilisce le istituzioni rappresentate e le indebolisce fino a rendere nullo il loro operato. Un altro classico esempio di incoerenza dell’attuale classe dirigente regionale, è dato dal cosiddetto “conflitto d’interessi”. Una triste realtà presente nell’ex governo a guida Berlusconi, ma altresì presente anche in quasi tutti i settori della vita pubblica calabrese. Coloro che giustamente sostenevano l’anomalia di un presidente del consiglio portatore di interessi in quasi tutti i settori economici, sembrano essere rimasti irretiti nella stessa trappola. Il grande drammaturgo inglese avrebbe commentato: “chi di spada ferisce, di spada perisce”. Ipotizzati conflitti d’interessi, abusi in atti d’ufficio, caso-Fortugno, ventidue consiglieri regionali indagati, vicenda-burc; francamente è troppo anche per la Calabria. Il problema non è come passare da una giunta di colore rosso-verde a una giunta di colore azzurro- nero. In Calabria la crisi della classe politica (tutta, sia di centrosinistra che di centrodestra) ha raggiunto livelli di guardia non più tollerabili; esiste ormai un problema di agibilità democratica molto serio. Anche la richiesta formulata da autorevoli personaggi di una “giunta di alto profilo”, ove troverebbe concreta attuazione, non risolverebbe “la questione Calabria” e ciò per due motivi: innanzi tutto perché ormai la credibilità dell’attuale quadro politico dirigente risulta gravemente minata e, poi, perché l’assemblea regionale non ha più l’autorevolezza morale per avviare un grande progetto di rilancio politico e amministrativo. L’unica soluzione possibile è il ritorno alle urne, magari accompagnato: a) da una riforma legislativa che ponga limiti e pene severe per ogni tipo di “conflitto d’interessi”; b) dall’adozione, da parte dei partiti, di un esemplare “codice etico”.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 20 settembre 2006, pagina 20, “Il Chiosco”
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