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La messa di suffragio per Valentin
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Valentin Kulak
La messa di suffragio per Valentin
Zambrone. Una messa di suffragio per Valentin Kulak, scomparso in un incidente stradale
LA “TRISTE” STORIA DI UN BAMBINO BIELORUSSO CHE AMAVA LA CALABRIA E NE SOGNAVA IL MARE
di Nicola Costanzo
ZAMBRONE . Non veniva in Italia da qualche anno: dopo i 18 anni è problematico per i giovani bielorussi allontanarsi dal loro Paese. I contatti con la famiglia L’Andolina, affidataria, tuttavia, non erano stati mai interrotti. L’ultimo addirittura pochi giorni prima dell’incidente stradale in cui Valentin, insieme ad altri tre coetanei ha perso la vita. La notizia della sua scomparsa, comunicata alla famiglia da Mascia, un’amica del giovane, perfettamente padrona della lingua italiana, ha gettato nello sconforto e nel dolore i familiari, gli amici e tutti coloro che lo hanno conosciuto. Martedì scorso la messa in suffragio trasformatasi subito in un ricordo straziante nella commemorazione curata da Dirigente scolastico Franco Laganà, da Giuseppina Nusdeo presidente regionale dell’Admo e da Teresa Grimaldi, responsabile dell’associazione Kuore, benemerita della solidarietà verso i bambini bielorussi. Fra gli astanti anche Damiana e Francesco Costa, due giovani sangiovannesi cui Valentin era affettivamente legato e Caterina Muggeri esponente di spicco della Croce rossa italiana. Nutrita presenza anche degli allievi delle scuole primarie del posto, accompagnati dai genitori e dalle insegnanti. Toccante ed intensa l’omelia di don Pasquale Sposaro, sacerdote della comunità sangiovannese che ha concelebrato la messa insieme all’arciprete emerito don Paolo Pietropaolo nella chiesa di Santa Marina Vergine gremita di presenze fisiche e segnata da un’emozione profonda. Il coro parrocchiale ha intonato i canti liturgici. Valentin Kulak amava la vita e il mare, ed era pieno di speranze. Amava l’Italia, dove pensava di tornare e forse di stabilirsi definitivamente. Era socievole, generoso, intelligente: un sorriso contagioso, un senso fortissimo della famiglia e della patria, come solo i Russi mostrano di possedere. Più volte si era confidato proprio su questo suo piccolo dramma interiore: l’amore per la famiglia italiana con la prospettiva di una vita serena e l’attaccamento alla sua terra, ai fratelli, al suo ambiente. La famiglia italiana, pronta ad accoglierlo e a sostenerlo in qualunque momento, lo lasciò libero di decidere maturando convinzioni e certezze su una scelta di vita che apparteneva soltanto a lui. Aveva infine deciso, ma il tragico incidente ha invece deciso per lui. Irrevocabilmente.
Pubblicato su Il Quotidiano il 28 marzo 2009
Messa per Valentin Kulak
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