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Calcio a Zambrone
Squadra di calcio 2008-09
IL CALCIO TORNA A ZAMBRONE
Tra sogni e speranze è iniziata la nuova stagione *
Zambrone
“Se non fossi diventato un cantante sarei stato un calciatore o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività, significa dare libero corso alla propria ispirazione”. La frase appartiene a Bob Marley e risulta particolarmente adatta a descrivere lo sport più seguito dagli italiani. Quando si parla di calcio, la mente corre rapida alle prodezze di Kakà, alla potenza di Ibrahimovic, alla classe di Buffon, ai gol di Gilardino. Ma il calcio si nutre anche di piccole speranze e ambizioni che trovano terreno fertile in periferia. Ciò che accade a Zambrone ne è la conferma più tangibile. Per molti anni il calcio era scomparso dal piccolo centro tirrenico. In virtù dell’operosa volontà di alcuni giovani del posto, affiancati da dirigenti più esperti, la “Costa degli dei” per il terzo anno consecutivo partecipa al campionato di terza categoria. L’entusiasmo è alle stelle. Non solo per il buon rullino di marcia della compagine zambronese, ma anche per la sua capacità di aggregazione. La squadra diventa così un pretesto per incontrarsi, discutere, chiacchierare. Un’occasione per scambiarsi idee, sensazioni e opinioni che, inevitabilmente, sconfinano dal rettangolo di gioco. Vincenzo Santaguida è il “presidente-tifoso” di una società che segue come un’ombra, con appassionata tenacia. Il più felice, però, sembra essere l’allenatore Giuseppe Barbieri: “Sono molto soddisfatto delle prestazioni dei ragazzi -spiega-. Partecipano agli allenamenti con costanza e puntualità. L’età media è inferiore ai ventidue anni e la loro aspirazione è concludere il campionato tra le prime cinque; un piazzamento che consentirebbe lo svolgimento dei play off. La mia prima esperienza da “mister”” è gratificante ed esaltante allo stesso tempo. Non solo per gli obiettivi sportivi fin qui raggiunti -afferma il tecnico- ma soprattutto per l’arricchimento umano che ho tratto da questa mia intensa attività”. Enzo Bearzot, leggendario allenatore della squadra italiana che vinse i mondiali di Spagna nel 1982 ebbe a dichiarare: “Il calcio pare essere diventato una scienza, anche se non sempre esatta. Tuttavia, per me, si tratta prima di tutto e soprattutto di un gioco”. Come dargli torto?
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 5 dicembre 2008, p. 36
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