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Erosione demografica sul Poro e sulla Costa degli Dei
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Erosione demografica sul Poro e sulla Costa degli Dei
«Ma guarda intorno a te, che dono t’hanno fatto, t’hanno inventato il mare…». Cantava così, qualche anno fa, Mimmo Modugno in uno dei sui successi, ripreso in questi mesi da un noto gruppo musicale, narrante la storia di un uomo salvato sull’orlo del suicidio. Che gran bel dono il mare. Metafora dell’infinito, esso da sempre incarna l’idea di libertà e, soprattutto, di prosperità. Ma, simbolo di prosperità, e dono, è anche la montagna, con la sua aria fresca, ristoro della canicola estiva, i paesaggi mozzafiato, i prodotti agroalimentari e le specialità tipiche. E, la prosperità, dacché mondo è tale, è sinonimo di alta consistenza abitativa. Mare e monti uguale doni, uguale prosperità, uguale alta consistenza abitativa. Equazione che, guardando ai dati demografici, non sembra funzionare sulla costa degli Dei e sul Poro, in cui la suddetta ricade (esclusa Pizzo che non rientra nell’area). Qui, “i doni” non sembrano arrestare ciò che si presenta quasi come un “suicidio demografico”. Certo, ci sono aree in provincia, come le Serre, dove il calo generale è più marcato. Ma questo non può confortare. Complessivamente, il Poro perde 11.107 abitanti (il 22,5% dei 60.296 del 1911). Ad avere la peggio è la zona montana, che registra il top abitativo (27.879 residenti) sempre nel 1911, dei quali, a gennaio 2008 ne perde 6.303 (-28,6%). Va un po’ meglio per i comuni prettamente costieri, che attualmente raggiungono i 27.513 residenti (36.633 con Pizzo), solo, si fa per dire, il 15,2% in meno dei 32.721 dell’anagrafe nel 1951. Una percentuale con la quale collima perfettamente quella di Zambrone, che nel 1921 raggiungeva il suo record di 2.129 iscritti, dei quali ha perso, appunto, il 15,3%, attestandosi oggi sui 1.846, con un dato che, dagli ultimi decenni, sembra essere in una lieve, quasi impercettibile, ascesa. Anche Briatico segue l’andamento dell’area marina, perdendo, dalla cima del ’51 (4.826 residenti) il 15,4% (-742). C’è da stupirsi su come, avendo a disposizione tutto affinché la popolazione cresca, questa, al contrario, è in picchiata a briglia sciolta verso il basso. E di butto in certi casi. Sul Poro, infatti, troviamo “realtà” come Zaccanopoli che, dal top del ’21 (2.462 abitanti) ha subito un tracollo del 66,2%, arrivando, sempre in discesa, agli attuali 835, e Spilinga, patria di sua maestà la “‘nduja” (oggi 1.539 residenti), che ha più che dimezzato (-53,1%), la popolazione di 3.280 abitanti vantata sempre nel ’21. Avere avuto il picco nel 1921 sembra sia stata una maledizione e, anche Drapia, dei 4.390 iscritti di quell’anno, ne ha decurtato il 50,4% (costantemente al ribasso). Di questo passo, tra non molto, chiamarle “realtà” sarà eresia. Ma, a mare, le cose non vanno meglio, se Parghelia, unico centro marino con il minimo storico proprio nel 2008, dal 1901 (2.860 unità), è scesa del 52,1% (1.371 abitanti), tenendo testa a Joppolo (2.134 iscritti, -49,6% dei 4.236 del ‘21) e Nicotera, con gli attuali 6.456 abitanti, contro i 10.816 del 1911 (-40,3%). Non deve fare grande onore contendersi il record negativo. Percorrendo qualche chilometro, da Nicotera arriviamo a Limbadi, per le cui strade, nel 1921, camminavano 5.388 persone. Ora sono più sgombere, visto che all’appello ne mancano 1.664 (-30,9%). Con il 22,2% in meno, poi, troviamo Filandari, che censisce 1.896 iscritti (-541 dal ’51). Tengono, invece, Rombiolo (4.799 abitanti, appena lo 0,6% in meno dal 1991), San Calogero, che dai .4.777 iscritti del ’91 ha sacrificato il 3,2% (oggi sono 4.626) e Zungri, che perde il 9,5% (2.084 abitanti, contro i 2.283 del’21). Certo, sempre perdita è. Ma, almeno, le cifre spaventano meno. Come, poco spavento desta il dato della perla del Tirreno, Tropea che, rispetto al 1951 (6.953 residenti), sacrifica un misero 1,7% e si porta a 6.835, mantenendo pressoché costante questo dato dal 1971 ad oggi. Chiude l’indagine Ricadi che, guadagnando ben 123 unità nel corso del 2007, è l’unico della provincia di Vibo, con Ionadi, a segnare il massimo nel 2008, dando da lavorare non poco agli addetti del comune, dato che, dal minimo del 1861, hanno dovuto iscrivere nei registri la bellezza di 2.299 nuovi residenti (+48%).
Valerio Colaci
• Pubblicato su Cronache Aramonesi, anno V, n. 2, marzo 2009
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