2024: TAMBURELLI A ZAMBRONE
Esiste un “luogo” in cui il tempo è scandito dal ritmo impetuoso dei tamburelli e lo spazio, senza limiti e restrizioni, si riempie con le forme fluttuanti e irregolari del Sonu a ballu…Esiste un luogo in cui la musica e il movimento si incontrano in una configurazione perfetta e là, si potrà sentire il piacere di penetrare nei segreti dell’anima di un popolo, di abbandonarsi alla bellezza di una terra incantevole e misteriosa.
I tocchi decisi e insistenti sferzati sui tamburelli da soli non bastano: per diventare musica, per diventare arte hanno bisogno della grazia e dell’ebrezza del Sonu a ballu. Se ci si immerge nel caos, a tratti allegro e struggente, che da questa unione deriva, si potrà “viaggiare” attraverso un pullulare di immagini, emozioni, suggestioni che raccontano il Sud, raccontano la Calabria. Nella terra dove il sole accende i campi d’azzurro al mattino e di rosso al tramonto; dove siepi di ginestre avvolgono di giallo i bordi delle campagne e le onde del mare si infrangono su scogli imponenti; nella terra del vino e delle more, i corpi si abbandonano alla malia di un ballo in cui mani e spalle si sfiorano appena, senza toccarsi quasi mai e gli sguardi si incontrano con fermezza, senza voler lasciare la presa, mentre la musica, come mormorio dell’anima, accelera il ritmo e poi lo frena e, infine riparte, tra un infinito di sospiri e sussulti. In quella danza, in quella musica, possono sentirsi ancora voci provenienti da una lontananza di secoli, misteriosi richiami allo Spirito di una Terra, che sempre oscilla tra impetuosa vitalità e languidi abbandoni; tra gioia incontenibile e struggente malinconia; tra ebrezza di vivere e timore del vuoto… Il sentimento della storia vive nei corpi che non resistono al richiamo avvolgente del Sonu a ballu e si diffonde nel suono dei tamburelli.
Sonu a ballu, dunque, non è semplicemente un ballo popolare. Sonu a ballu è uno stato d’animo…antico ed eterno che racconta ciò che del Sud non può esprimersi a parole…
Olga L’Andolina