CRONACHE ARAMONESI, QUALE DESTINO?
Per molti mesi il periodico non è stato prodotto. Molteplici le ragioni. Innanzitutto, per le elezioni comunali. Il giornale ha sempre trattato la politica marginalmente e quindi la redazione ha pensato bene di scrivere dopo i risultati acquisiti. Poi è subentrata l’estate e la carenza di tempo di chi si occupa in prima linea della sua pubblicazione. Ma c’è qualcosa in più. Col passare del tempo, energie e risorse umane si assottigliano con tutto ciò che ne consegue. Il problema persiste. Due le possibili soluzioni. La prima: il periodico chiude. La seconda: intervengono nuovi stimoli, altri collaboratori e il progetto prosegue. Il riscontro ci sarà nei prossimi mesi. La risposta sarà data dal futuro prossimo venturo. La perdita di un periodico locale sarebbe un impoverimento della comunità, perché verrebbe meno uno strumento di collante sociale e identitario di fondamentale importanza. L’impoverimento culturale, da sempre, precede quello morale e materiale. L’auspicio è che l’esperienza possa continuare, con volti freschi capaci di portare nuova linfa al processo di crescita identitaria locale. In caso contrario, rimarrà comunque la positività di un’esperienza decennale. Nel presente numero, molte notizie su fatti ed avvenimenti dei mesi precedenti saranno mancanti o pubblicate in maniera ridotta. Ciò dipende, appunto, da una temporanea difficoltà a monitorare, in modo capillare, il territorio e la sua comunità. L’attenzione, nel caso di specie, richiede, infatti, costanza e puntualità. Si rimane a disposizione per eventuali successive pubblicazioni (mancanti nel presente numero). Il giornalismo è un’arma formidabile perché nel raccontare fatti e riflettere sugli avvenimenti stimola la crescita mentale e culturale. Il giornalismo, inoltre, nasce come strumento di libertà. Ancora oggi, a distanza di tanti secoli, mantiene intatta questa prioritaria e insostituibile funzione.
La redazione
Pubblicata su Cronache Aramonese, anno X, n. 2, settembre 2014