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Mimmo Cavallaro
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E’ uscito l’ultimo cd dell’artista calabrese
Mimmo Cavallaro
C’è una Calabria che si ama a prima vista. Una Calabria appassionata e sensuale, caratterizzata da una cultura antica che, contraddicendo cliché e luoghi comuni, si proietta nella modernità con naturalezza e vigore. E’ la Calabria delle sue danze e musiche etniche. Di questo universo, Mimmo Cavallaro è uno dei più prestigiosi rappresentanti e interpreti. Il musicista e vocalist calabrese è nato e vive a Caulonia, cittadina nella quale si svolge il più importante festival di musica etnica regionale, il “Kaulonia taranta festival”. Mimmo Cavallaro è un meticoloso ricercatore di quanto ruota intorno alla canzone calabrese, con particolare attenzione all’area della locride. Stornelli, muttette, pastorali, canti tradizionali sono il suo pane quotidiano. Anche per questo non c’è piazza, in Calabria, che non ambisca ad assistere a uno suo concerto. E di piazze calabresi, Mimmo Cavallaro negli ultimi anni ne ha conosciute tante. La sua è una presenza costante in città, paesi, feste patronali, sagre ed eventi artistici di alto livello. Migliaia e migliaia di calabresi e turisti, giovani e anziani, donne e uomini, uniti nelle sue “Tarantelle riggitane” e “Viddhaneddhe”. E’ il miracolo laico di Mimmo Cavallaro. Il successo, però, è giunto dopo anni di gavetta. Eugenio Bennato è stato il suo mentore e non a caso il cd è stato presentato proprio dall’artista napoletano. Gli amici musicisti vecchi e nuovi, sono i nomi più brillanti della musica etnica calabra: Francesco Loccisano, Andrea Simonetta, Carmelo Scarfò, Andrea Verdini e Fabio Macagnino. Pochi giorni fa Mimmo Cavallaro ha presentato il suo cd: “Sona battenti”. Un omaggio alle tarantelle calabresi, ai suoi strumenti, alle sue più profonde sonorità. C’è un’anima in questo cd distribuito da “Taranta power”. E’ data da “Lu cantu di lu marinaru” in cui si interroga con un perfetto mix di ironia e malinconia sulle origini di un mondo che nonostante tutto, anche in Calabria, appare più bello e misterioso che mai. E’ data da “Figghjiu figghju” che rimanda a un mondo scomparso capace però di riflettere reminiscenze mai sopite. E’ data da “Mulinarella”, “Rosalbella”, “Mariola” dove si cantano sentimenti struggenti. E’ data da “Sona battenti”, il doveroso tributo di un “battentista” allo strumento prediletto da tanti musicisti calabresi. E’ data da “Rosa russa”, “Primavera spampinata”, “Comu si gira comu si balla”, “Passeggera”, brani di un’intensità unica. E’ data dalla travolgente “Tarantella per lira”. E’ data dalla cadenza fascinosa della sua battente e ancor più della sua originale e talentuosa capacità vocale. Il segreto di un successo che non è difficile pronosticare? La capacità, più unica che rara, che ha Mimmo Cavallaro di parlare ai cuori dei calabresi, a colpi di “battente”…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 2 aprile 2008, p. 42, “Macondo”.
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