I riti del carnevale
Il carnevale è sinonimo di gioco, scherzo e divertimento. Una volta ognuno portava con sé un pezzo di carta per incendiare un pupazzo, simbolo della festa, detto, appunto, Carnaluvari.
Fino a qualche lustro addietro, i bambini ed i ragazzi di Zambrone, si mascheravano in vario modo e, poi, entravano nella casa della gente per farsi riconoscere. Una volta compiuto il rito del “riconoscimento”, veniva loro offerta una pietanza carnevalesca (ad esempio, la classica pignolata). In questo, periodo, infatti, vengono cucinate pietanze particolari, prevalentemente a base di maiale.
Il Carnaluvari secondo la leggenda popolare, sarebbe morto, infatti, proprio, per la sua ingordigia alimentare. Il rito del Carnaluvari (di cui prima si compie il funerale e poi viene bruciato) simboleggia il male della comunità che viene caricato, appunto, su questa figura (la dinamica è quella tipica del capro espiatorio). Una volta che questi viene bruciato ed eliminato, la comunità, ormai purificata, potrà riprendere la vita quotidiana e accostarsi alla Quaresima.
È curioso osservare che durante il rito dell'eliminazione del Carnaluvari, rito, caratterizzato dall’espulsione del male, vi era largo uso di Bubboli e Campanacci, che venivano suonati in funzione esorcistica e purificatoria.