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Il carnevale zambronese negli anni Novanta
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Riti e tradizioni
Il carnevale zambronese negli anni Novanta
Nelle piazze in ogni via/ c’è un’allegra compagnia /che vestita in modo strano canta, balla e fa baccano./ Mascherine mascherine siete buffe ma carine/ con i vostri nasi rossi/fatti male, storti o grossi/ con i costumi che indossate /con gli scherzi che vi fate/ voi portate l’allegri/ e che la festa abbia il via!
Le festività collegate ai rituali carnevaleschi sono passate da poco. Proprio per questa ragione risulta utile proporre, sull’argomento, qualche riflessione. Il carnevale è la festa più amata dai bambini e diverte anche gli adulti. Ma a Zambrone, lo spirito di questa ricorrenza burlona è sentito sempre allo stesso modo? Come non ricordare la gioia fanciullesca di inventare, disegnare e costruire la propria mascherina, magari con l’ausilio delle maestre di scuola. Gli ingredienti essenziali erano: fantasia, colori e semplicità. Ogni bambino almeno una volta ha ritagliato la propria maschera da un cartoncino che era stato la confezione dei biscotti per la colazione. Tutti hanno imparato che su di uno spesso strato di colla vinilica i coriandoli si appiccicano a meraviglia. Era fantastico stropicciare la carta crespa come per formare dei ventagli e abbellire colletti, polsi o per definire i bordi della maschera fai da te. Insomma colori a go-go e l’artista che c’è in ogni bambino non aveva freni. Il lavoro duro spettava però sempre alla mamma. Come perché? Chi confezionava il vestitino di carnevale? Le mamme, che sembravano sarte affermate: calzamaglia verde, smanicato raso con gonnellino a zig-zag, cappellino di carta a forma di barchetta rovesciata, copri-scarponcini di panno pinzati con spillatrice e Peter Pan era pronto a volare per l’isola che non c’è! E che dire delle gonnelline di paglia su tutine nere? Una generosa manciata di trucco in viso e la tribù africana è all’erta da attacchi nemici. I bambini erano molto motivati anche dalle premiazioni per il costume più bello che avvenivano in Piazza otto marzo al termine della manifestazione. Il carnevale era proprio una gioia per grandi e piccini; gli adulti si divertivano ad organizzare le sfilate dei carri: c’era una vera e propria sfida e competizione. Ad esempio tra infermiere e medici matti sul furgone bianco e il trattore dei boscaioli armati di cappellino di lana e camicia a quadri. Ricordate poi l’anno (più o meno verso la metà degli anni Novanta) in cui si scontrarono le majorette del “circolo 2000” e i personaggi della Walt Disney dell’ Arci? Bei tempi! E come ciliegina sulla torta i ragazzi ed i bambini del gruppo folkloristico di Zambrone erano ben lieti di animare e arricchire le strade del paese con balli, canti e scenette comiche rigorosamente in dialetto. Ed ora cosa rimane del carnevale zambronese anni ’90? Senz’altro un bellissimo ricordo, specie guardando le nuove mascherine commerciali, stilisticamente perfette ma senz’anima e senza cuore. Il febbraio zambronese non è più in preda ad una pioggia di coriandoli e stelle filanti. A gioirne, però, sono soltanto gli operatori ecologici.
Laura Grillo
Pubblicato su Cronache Aramonesi, anno V, n. 2, marzo 2009
Associazione culturale Aramoni - Storia e tradizioni del popolo di Zambrone
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