Il gruppo storico napitino rievoca la proclamazione della municipalità
Murat è cittadino zambronese
Conferita postuma la più alta riconoscenza a chi ha istituito il comune
di ANNALISA FUSCA
ZAMBRONE- Urrà, urrà. Murat, Murat. Questo il motto della giornata celebrata ieri, nella piazza otto marzo del capoluogo, per il conferimento della cittadinanza onoraria alla memoria del Re Gioacchino Murat. Urrà è d’altronde il grido di battaglia diffuso nel mondo dei soldati della prima guerra mondiale probabilmente udito al fronte dei cosacchi, derivato da “Gu-Rai” vale a dire verso le beatitudini del cielo. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Corrado L’Andolina ha innalzato come una sorta di grido corale la più alta riconoscenza a colui che ha istituito la municipalità di Zambrone. Di mattina, la scrittrice Bianca Tragni ha presentato il suo libro “Re Gioacchino Murat” agli studenti della scuola secondaria di primo grado e le classi quinte delle scuole primarie. A seguire, di pomeriggio, il reale gruppo Storico Gioacchino Murat di Pizzo ha rievocato la proclamazione della locale municipalità insieme al complesso bandistico di Zambrone. All’apice di una giornata intermente dedicata alla memoria di re Gioacchino si è collocato il consiglio comunale, convocato in seduta straordinaria. «Non si tratta di un puro atto formale o di semplice riconoscenza- ha spiegato il presidente del Consiglio Marina Grillo- ma è un’occasione per ricordare la figura di Gioacchino Murat attraverso diversi modi, dall’ambito letterario e teatrale a quello amministrativo, ricordando il re sotto diverse sfaccettature, il suo mito, la sua tragica fine ma anche il suo operato strettamente politico. L’amministrazione comunale ha deciso di farsi promotrice di questa manifestazione per restituire una particolare cortesia all’alto generale francese. Fu infatti proprio Murat con il famoso decreto regio numero 922 del 4 maggio 1811 che elevò Zambrone allo status di comune (svincolandolo dal ruolo di casale di Tropea)». Gli anni del regno murattiano rappresentano per l'Italia Meridionale, una fase di risveglio e di rinascita: re Gioacchino porta a compimento l'Eversione della feudalità, favorendo la nascita della borghesia terriera e sviluppando relazioni commerciali con la Francia; attua il riordinamento amministrativo e giudiziario, con l'introduzione dei codici napoleonici; istituisce il "Corpo di Ingegneri di ponti e strade", dando così un forte impulso ai lavori pubblici; incoraggia la cultura e l'istruzione pubblica, introducendo principi di uguaglianza e di uniformità. Il suo attaccamento viscerale al regno ed al popolo e la sua dedizione totale all'idea di unificazione nazionale lo rendono un personaggio di primo piano nella storia italiana. Il primo documento ufficiale che parla di Italia unita e libera è rappresentato proprio dal suo proclama di Rimini: per alcuni storici è proprio con il "proclama" che nasce formalmente il Risorgimento italiano. Intervenuto poi il primo cittadino menzionando integralmente l’atto istitutivo del Comune di Zambrone. Il sindaco L’Andolina ha ampiamente relazionato e indicato dettagliatamente le ragioni per il conferimento della più alta delle onorificenze alla memoria del Re e valoroso combattente Murat. «La costruzione della memoria pubblica, cioè delle radici storiche- ha chiosato- non è il risultato di una semplicistica ed estemporanea iniziativa accademica. Piuttosto rinnova e rivitalizza il patto di cittadinanza. Un patto col quale la collettività decide su ciò che è importante trasmettere alle generazioni future. Un patto naturalmente orientato dalle istituzioni democratiche quali rappresentanti della collettività. La sua azione, in politica come in guerra, non fu esente da errori. Ma i benefici effetti del suo dinamismo, delle sue iniziative, riforme ed opere sono ancora oggi forieri di fecondi risultati; anche nella nostra piccola comunità».
Pubblicato su Il Quotidiano del Sud,
sabato 15 ottobre, pag. 19