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Antichi attrezzi della civiltà contadina
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In miniatura
Antichi attrezzi della civiltà contadina
La riproduzione in miniatura degli “attrezzi della civiltà contadina” é un omaggio alla tradizione e alla nostra memoria storica. Le opere sono state realizzate dal signor Pasquale Russo, da San Giovanni di Zambrone, vera e propria miniera di esperienza, di saggezza e di lucidi ricordi su tutti gli aspetti della civiltà contadina. Pasquale Russo ha donato le sue realizzazioni al Centro studi umanistici e scientifici Aramoni perché di questo mondo antico, fatto di povertà materiale, ma anche di enorme ricchezza spirituale, rimanga una traccia indelebile.
CUNOCCHIA E FUSU
La cunocchia era uno strumento che serviva alla filatura della lana e del lino. I tessuti venivano inseriti nello spazio esistente al suo interno e poi venivano filati con il fusu che era sempre collegato a detto manufatto. La cunocchia era grande circa 50-60 cm ed era tenuta con una mano. Il materiale che veniva filato si trovava poi arrotolato nel fusu. Compiuto questo procedimento, il materiale veniva arrotolato e lavorato con il telaio, oppure a maglia con l'uncinetto.
MENZALORA
Questo oggetto veniva utilizzato come unità di misura di tutti i legumi e i cereali: grano, ceci, frumento, lenticchie, fagioli, orzo etc. La sua misura variava a seconda dei Comuni e, talvolta, addirittura dei paesi. A San Giovanni di Zambrone, la mezzalora misurava 56 lt.
Il proprietario terriero, veniva normalmente pagato dai fittavoli proprio utilizzando questa unità di misura.
PANARU
Il panaru era realizzato in bacchette di olmo e canne. Spesso, era altresì, realizzato in vimini. Esistevano nelle realtà contadine dei veri e propri maestri di panaru di cui, ancora oggi, vi è traccia e testimonianza. Serviva per raccogliere la frutta e ogni altro prodotto della campagna.
Come la mezzalora era utilizzato dai contadini come strumento di pagamento per il proprietario terriero. Quando i contadini andavano a lavorare, veniva utilizzato per il trasporto delle vettovaglie.
COSTIGNA
Il manufatto è realizzato con un’erba selvatica che è denominata ziparru. I pastori la usavano come contenitore di formaggio e, soprattutto, di ricotta. In sostanza, la ricotta veniva inserita in questo oggetto e poi venduta in giro per i paesi.
TROCCOLA E CARICI
L’oggetto era usato a Pasqua. Dopo la morte di Gesù, le campane cessavano di suonare. Pertanto, i ragazzini giravano per il paese con questi attrezzi per annunciare l'inizio della santa messa.
Tra il giovedì e il venerdì santo, questi attrezzi venivano usati con particolare furore e intensità a testimonianza della morte di Gesù… un vero e proprio terremoto! Secondo un’altra tradizione, l’origine di questi oggetti, invece, risale al momento della crocifissione di Gesù, per cui, per coprire il chiacchiericcio della via crucis, vennero creati, dai suoi discepoli, questi attrezzi di facile realizzazione (per la mano esperta degli artigiani di oltre 2000 anni fa) appunto, per coprire chiacchiericci e maldicenze varie.
IUGU
L'aratro era realizzato in legno. Serviva a lavorare la terra e, più precisamente alla sua preparazione per la coltivazione. Questo oggetto veniva tirato da buoi e mucche. Questo era un attrezzo quanto mai utile e necessario. Era indispensabile, inoltre, per creare i solchi per l’acqua piovana.
All’origine, questo attrezzo era in possesso di poche persone. Poi vi fu un'ampia diffusione.
La punta di metallo, detta vomera, era particolarmente adatta allo scavo del terreno. Erano i fabbri locali che realizzavano questo particolare così importante per la funzionalità dell’aratro.
CARRIOLA
La carriola in un’epoca priva dei moderni mezzi di trasporto, serviva, appunto, al trasferimento di sabbia, grano e di ogni produzione della campagna. In questo modo, i contadini, avevano superato il problema del trasporto a spalla dei vari oggetti legati alla lavorazione della campagna. Anche questo oggetto, all'origine, era realizzato esclusivamente in legno. Poi venne la ruota di ferro e, infine, verso gli anni Cinquanta, la realizzazione in lamiera. I progressi della scienza…
GRASTEIU
Anche questo manufatto era realizzato esclusivamente in legno. Poi venne introdotto il ferro (nei cosiddetti denti) infine, venne realizzato interamente in metallo.
La funzione del rastrello era quella di raccogliere il fieno. Una volta, inoltre, dopo la trebbiatura che veniva realizzata con attrezzi naturali (pietre di granito trascinate da buoi) il fieno veniva raccolto proprio con il rastrello.
CARRU
Il carro era un oggetto davvero in possesso di pochi fortunati. Si può paragonare questo attrezzo a una sorta di camion moderno. All’origine veniva trascinato con i muli; successivamente dai buoi.
C’è comunque da precisare, che il carro era trascinato con i muli in virtù di cinghie di cuoio; mentre, il carro che veniva trascinato con i buoi era completamente di legno e usava (per il suo funzionamento) u iugu e cioè il giogo. Questo attrezzo abbreviò e non di poco il lavoro dei contadini, perché consentiva il trasporto di materiale in grande quantità.
MULINU
Il mulino era funzionale alla macina del grano. Il suo funzionamento era reso possibile dalla vicinanza di fiumi e ciò in quanto l'energia usata era quella dell’acqua. Per questa ragione la loro posizione era sempre a valle. A San Giovanni esistevano parecchi mulini che scendevano fino alla Marina di Zambrone, seguendo un percorso ben delineato, quello, appunto, dell’Acquaro che sfociava, poi, nel Potame (fiume che presente nei pressi della marina di Zambrone). Il percorso dove erano ubicate queste importantissime attrezzature, era definita, appunto, come “La strada dei mulini”.
MORTARU
Questo arnese era usato come un vero e proprio macinino. In assenza dell'energia elettrica, si doveva ricorrere a quella delle forzute braccia dei contadini.
Nel mortaru veniva macinato con u pistuni, il sale gemma, mandorle, il pane duro per ricavare il pan grattato, le arachidi, il basilico, per ricavarne il pesto, la frutta, per ricavarne lo sciroppo, il peperoncino, etc.
MAZZA E PIRUNI
La mazza veniva usata per conficcare u piruni nel terreno, in modo da creare un punto fisso per legare poi il bestiame (mucca, asino, maiale). La mazza veniva usata, inoltre, per la battitura del grano, in modo tale da macinarlo prima della trebbiatura. Venivano battuti con questo arnese, anche il granturco e i ceci.
MAIIA
Questo attrezzo era realizzato in legno. La sua forma è quella di una vasca rettangolare. Era in possesso di quasi tutti i contadini, perché serviva per l'impasto del pane. La procedura dell’impasto, era a mano. All’interno veniva, infatti, inserita la farina e, poi, si procedeva al suo impasto a mani. Naturalmente, oggi, vengono usate le modernissime impastatrici, ma non mancano, tutt’oggi, esempi di questo oggetto, ancora presenti nelle campagne del nostro territorio.
TREPPITU
Il treppitu (e cioè il frantoio) era un attrezzo funzionale alla macina delle olive.
Originariamente era così composto: c'era una pietra di granito che girava all'interno di un grande contenitore (nel quale venivamo messe le olive) a forma circolare (detto trimoggia); la pietra era mossa attraverso il movimento rotatorio di un bue. Per fare macinare bene le olive s'inseriva sotto la pietra una paletta di legno che serviva a spingere le olive, poco per volta, sotto le pietre, in modo tale che l'impasto avesse una sua uniformità. Successivamente, il treppitu subì una vera e propria evoluzione. Venne realizzato, infatti, il cosiddetto modello barese, che era composto da due e talvolta addirittura, da tre pietre. Questo garantiva una maggiore efficienza, anche perché conteneva attrezzi che spingevano dette olive sotto le pietre; cosicché l'impasto era uniforme e la macina più rapida. La pasta ottenuta da questo procedimento veniva poi messa in contenitori di legno (rigorosamente castagno); questi contenitori, venivano, poi, messi sotto una vite di legno o di ferro e adeguatamente pressati. Vi è da aggiungere che nei suddetti contenitori veniva messa anche un po' d'acqua calda (circa 2-3 lt.) e ciò per rendere più facile la spremitura e, successivamente, l'estrazione dell’olio.
Associazione culturale Aramoni - Storia e tradizioni del popolo di Zambrone
frazione San Giovanni, Viale Antonio Gramsci numero 3 - 89867 Zambrone (VV) - Italia