Coronavirus
LA PESTE DI SAN CARLO
Il pensiero, oggi, va al Patrono di Zambrone: san Carlo Borromeo. La peste che colpì Milano nel 1576-1577 aveva un tasso di mortalità di gran lunga superiore al Covid-19. Quella peste seminò morte e desolò, come scrisse Manzoni nei “Promessi sposi”: «una buona parte d’Italia, e in ispecie il milanese, dove fu chiamata, ed è tuttora, la peste di san Carlo. Tanto è forte la carità!».
San Carlo fece di tutto per provvedere ai bisogni corporali degli appestati, «inviando loro - come scrive Carlo Bascapè - ogni giorno da casa sua il vitto necessario» e promuovendo atti di carità in città e non solo. Ma la sua preoccupazione principale era sempre la salute spirituale dei fedeli.
Arrivò quindi la quarantena generale disposta dai governanti. San Carlo domandò a quasi tutti i suoi sacerdoti di stare in casa. Prima che iniziasse la quarantena, con una missiva chiese ai milanesi di vivere quei giorni di quaranta come insegnano le Sacre Scritture, in spirito di penitenza.
San Carlo non lesinò energie e, in prima persona, continuò a portare sollievo materiale e spirituale ai malati. Un esempio d’immensa generosità e profonda condivisione umana ad una tragedia che colpì il tessuto civile delle realtà interessate alla calamità.
Con la sua carità, san Carlo trasmise fede ai credenti, orientandoli a guardare a Dio e alle realtà eterne. E trasmise altresì, all’intera popolazione, un’intensa umanità, orientandola ad essere partecipe di un grande dramma collettivo ed a compiere concreti atti di amore per il prossimo.
Zambrone, 22 marzo 2020
Il sindaco
Avv. Corrado Antonio L’Andolina