4 NOVEMBRE, CELEBRAZIONI SENZA RETORICA
Il 4 Novembre si celebra la fine della Prima Guerra Mondiale, la Giornata dedicata alle Forze Armate e all’Unità Nazionale. La ricorrenza non è una semplice ritualità. Fra tutti gli appuntamenti cui è chiamata a partecipare la comunità nazionale è probabilmente il più alto per ideali e il più ricco per umanità. Il 4 Novembre racchiude in sé un elemento storico tragico, ma anche la speranza della rinascita, l’orrore della guerra e il senso di fraternità particolarmente tangibile nel dolore. E allora da questa giornata si può prima di tutto trarre un’importante lezione. Nei momenti di crisi, nelle difficoltà, la divisione degli animi, la volontà di esacerbare le condizioni è una tentazione dalla quale una cittadinanza responsabile ha il dovere morale di discostarsi. Il 4 Novembre diventa così una ricorrenza per riscoprire in senso della solidarietà e della condivisione di un destino comune alle persone e al territorio della nostra vita. Il Paese oggi vive una fase di acuta disgregazione. La politica urlata, la tendenza all’egoismo, l’intolleranza hanno bisogno di una solida reazione: dialogo, solidarietà, tolleranza, coesione. Le minacce all’unità nazionale hanno agenti di varia natura. Il più pericoloso è rappresentato da una crisi occupazionale che rimanda ai periodi più difficili della storia patria. Una crisi che spopola molte realtà, specie i piccoli centri abitati. L’altro grande pericolo dall’indifferentismo etico: una grande comunità nazionale deve tenere ben presente cosa sia giusto da cosa non lo sia. Non secondario, neanche il disinteresse e il disimpegno verso la politica e, in generale, verso l’impegno civico. Un grande Presidente della Repubblica come Sandro Pertini nei suoi discorsi si rivolgeva ai giovani. Li incitava a non arrendersi di fronte alle avversità della vita ed a combattere per tutto ciò che in qualche modo ostacola il progresso e la democrazia. Quegli appelli rivestono oggi una primaria importanza e una significativa attualità. L’unità del Paese è anche minata da una legislazione non sempre coerente con i valori costituzionali e da una burocrazia che soffoca il dinamismo degli enti e dell’iniziativa priva. Tutto ciò genera sfiducia e rassegnazione, disinteresse e pressappochismo. Urge, allora, una reazione in termini di pensiero e azione. E proprio ai giovani va rinnovato un appello semplice ma sentito affinché siano costruttori e difensori di libertà.
Zambrone 4 novembre 2019
Il sindaco
Corrado L’Andolina