ACCORDI E RICORDI
Non esiste separazione definitiva fino a quando c’è il ricordo... (Isabel Allende).
Il professore Salvatore L’Andolina ha ispirato e orientato il Tamburello festival per tredici edizioni col suo acume e con i suoi richiami alla ricchezza delle umane relazioni nelle quali la musica popolare ha avuto un ruolo primario. Per farlo, attinse idee e spunti critici al suo eccelso bagaglio culturale e stimolò pensieri e riflessioni. Frugò spesso nei suoi ricordi per disvelare un universo di amicizia sincera, affettuosa tenerezza e ingenuo candore. Una realtà che si prestava a una prosa piena di brio con improvvisi passaggi poetici.
Ogni rigo e parola sembravano ispirati da qualche speciale accordo, termine che come spesso accade nella lingua italiana assume accezioni plurime. Accordo per il vocabolario Treccani significa prima di tutto: “Concordia, armonia di sentimenti in una o più cose”. E la concordia è il presupposto dell’unione familiare e del progresso di ogni comunità. Rinsalda quel legame che unisce segretamente i cuori e indica una coerente direzione ai gesti e all’operato delle persone. “L’armonia di sentimenti” è la donazione del meglio di sé; stabilizzazione e reciprocità d’affetto. È la via maestra che offre all’animo l’emancipazione da ogni limite creato dalla insofferenza, dall’incomprensione e da tutte le contingenze del divenire quotidiano. I rapporti interpersonali che ricercano simbiosi, affinità e sintonia assomigliano, così, agli accordi musicali, intesi come “Unione simultanea di più suoni consonanti”.
A volte, questo impegno, così spontaneo e solenne al medesimo tempo sembra lo stesso ricercato dagli esperti sonaturi calabresi. Chitarra battente, lira, zampogna gli strumenti principali per la ricerca di un equilibrio tonale tutt’altro che semplice da stabilizzare. Esattamente come avviene nelle vicende fra uomini e donne, perennemente insidiate da divergenze, difficoltà e malasorte. Eppure, quell’equilibrio musicale che sprigiona note armoniche è una parabola della stessa vita che incontra ostacoli e nella sua evoluzione si dipana per le diverse vie, fino a trovare, in qualche modo, spunti, ragioni e profondi motivi per affermarsi poi in tutto il suo magnetico fascino e lo splendore di un’umanità senza tempo.
Ed è questo divenire che crea il Ricordo definito dal dizionario più prestigioso con queste parole: “Richiamare e tenere presenti alla memoria e, anche, nell’animo, nel sentimento, fatti o persone”. Sentimenti, fatti e persone sono indissolubilmente legati al vissuto che è l’insieme delle esperienze ordinarie e straordinarie individuali e collettive. Sentimenti che nobilitano ogni decisione morale e ogni soluzione etica. Il sentimento dell’amore che unisce i padri ai figli e viceversa o quello che si lega ai luoghi e a un contesto umano ben definito ma che è sempre aperto a nuove conoscenze.
E poi ci sono i fatti che hanno origine dalla formazione, dal coraggio, dai valori e dagli obiettivi che si posizionano oltre l’orizzonte visibile. Fatti che s’intersecano con il senso della giustizia e dell’ingiustizia, della vittoria e della sconfitta, della menzogna e della verità. Fatti sconvolgenti e lieti, programmati e imprevedibili, aspri e benigni. Il richiamo alle persone amate diventa allora elemento centrale dei ricordi.
Il lirismo infonde di sé paesaggi e persone vicine. Prevale ancora una volta l’amore con tutta la sua possente vis attrattiva e il suo carico di generosità. L’amore che crea contatti e collegamenti con amici e familiari, compagni di questo percorso misterioso che è la vita. Un percorso che riserva mestizia e gioiosità, secondo un’alternanza imperscrutabile. L’essenza delle persone amate è parte integrante del proprio essere, supera la barriera del tempo e genera una comunione di spirito tanto dolorosa quanto sublime. Lo scorrere del tempo è inesorabile e impietoso. Alle sue spalle un passato ricco di parole, episodi, avvenimenti che forgiano lo spirito e lo proiettano nel presente con rinnovata vigoria. Il senso della nostalgia e del distacco è tremendo; ma la vitalità dell’amore che supera i limiti temporali è custodita nel cuore e offre dignità e forza all’esistenza. Il rimpianto diventa un tutt’uno con le reminiscenze che aleggiano leggiadre in ogni attimo dell’esistenza. La memoria rimane così saldamente ancorata alla vita e viceversa.
Il sottofondo della musica popolare accompagna tutti questi passaggi. Si canta per la gioia della nascita di una nuova vita. ‘U sonu è sempre presente alle feste di matrimonio. La danza, si presenta con il suo fascino accattivante alla festa patronale o ad una ricorrenza pubblica e privata. E per l’estremo saluto le note diventano struggenti e stimolano la memoria. I suonatori preparano gli accordi che faranno poi da sottofondo a un mondo di ricordi e a frammenti di vita vissuta insieme a un caro che non c’è più, rievocando mondi, pensieri, contatti, episodi, insegnamenti. Si rinnova in tal modo, in un continuo intreccio di patimento e amorevolezza, quel legame speciale che supera i limiti della contingenza e del visibile e si ancora nella profondità della sfera umana. Riecheggiano le parole di Emily Dickinson: Sempre amerò,/e questo è il mio argomento:/l’amore è vita/e la vita ha qualcosa di immortale.
Corrado L’Andolina
(Sindaco del Comune di Zambrone)