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Un architetto zambronese a Parigi
Sonia Ocello
Sonia Ocello è nata a Zambrone dove ha frequentato le scuole elementari e la prima media. Poi ha proseguito gli studi al Liceo classico Michele Morelli di Vibo Valentia. Si è laureata con il massimo dei voti in Architettura all’Università di Reggio Calabria. Qualche anno prima aveva conseguito il diploma di pianoforte al Conservatorio “Francesco Cilea” di Vibo Valentia. Vincitrice di una borsa di studi post lauream, nel 1997 ha lasciato la nativa Calabria per la Francia dove vive e lavora. In collaborazione col Dastec (Dipartimento arte scienza e tecnica delle costruzioni) dell’Università di Reggio Calabria e la Scuola di Architettura di Belleville a Parigi, ha realizzato una tesi di ricerca sul tema “Musica e Architettura” seguita dai professori Rosario Giuffrè e Laurent Salomon per la Francia. Contemporaneamente ha frequentato la Scuola di Architettura “La Défense” a Parigi dove ha conseguito un diploma di specializzazione in “Acustica architettonica e urbana”. Dopo avere lavorato presso vari studi di architettura a Parigi (tra cui Scau che ha realizzato “le strade de France” a Parigi) occupa oggi un posto di responsabilità in seno ad una società d’ingegneria multinazionale, denominata “Coplan ingenierie”. E’ la responsabile parigina della filiale “Bred amo” che opera nel settore della programmazione architettonica nazionale sia in Francia che all’estero. Interviene quasi esclusivamente per committenze pubbliche: regioni, università, ospedali, ministeri, per la realizzazione di differenti progetti. Il suo ruolo coniuga svariati aspetti: relazionali, tecnici, organizzativi e manageriali; il tutto, contemperato da quello primario di moglie e mamma di due bambine. Sonia Ocello non ha mai reciso i legami con la sua terra d’origine e il contributo offerto a Cronache Aramonesi, di seguito riportato, ne costituisce la riprova. Tale testimonianza è tratta dalla rivista parigina dello scorso mese di gennaio, “Coplan contact -La lettre d’information du goupe Coplan ingénierie” scritta di pugno da Sonia Ocello, coniugata Monvoisin.
Se una donna conosce bene il proprio lavoro s’impone in maniera naturale. Tuttavia non è sempre semplice per una donna imporsi in un campo tradizionalmente maschile, come quello delle Costruzioni. Bisogna formarsi un carattere forte, appoggiandosi, ovviamente, su solide competenze. A volte mi sono ritrovata di fronte persone che hanno cercato di mettermi in difficoltà. Ma queste azioni, talvolta del tutto gratuite, non sono venute sempre e solo da uomini: spesso ho avuto delle cattive sorprese proprio da altre donne (punta di gelosia tipicamente femminile?). Fortunatamente si è trattato di rare esperienze. La maggior parte delle volte, mi si riserva un’accoglienza cortese che mi permette di sentirmi perfettamente a mio agio: credo che una donna abbia connaturate capacità rassicuranti. In più, lavorando essenzialmente con committenze pubbliche, si tratta spesso di dovere mettere d’accordo diversi interlocutori ed… è ben noto che noi donne sappiamo essere più convincenti! La sfida più dura che ho dovuto rilevare? Non è stata tanto il fatto di essere una donna in un universo maggioritariamente maschile, ma piuttosto d’impormi in quanto straniera in Francia. Soprattutto all’inizio della mia ricerca lavorativa. Alcuni francesi pensano, a torto, che gli stranieri non siano capaci, per esempio, di assicurare degli scambi verbali importanti o di redigere alla perfezione atti nella loro lingua (e nel mio lavoro si tratta di cose estremamente importanti). Credo, in quanto donna, di apportare grazie a questo lavoro, da un lato, un aiuto concreto nella realizzazione delle diverse missioni (perché noi donne siamo più metodiche e coscienziose) dall’altro un tocco di femminilità nelle relazioni con i committenti, perché gli scambi si effettuano sempre su un tono di cortesia e rispetto. La proporzione ideale uomo/donna in questo campo lavorativo sarebbe 60/40. Non bisogna dimenticare che è un lavoro che obbliga spesso a trasferte (in Francia ma anche all’estero) da conciliare con la vita di famiglia e che genera, a volte, situazioni di tensione. Personalmente, credo che le mentalità siano sufficientemente evolute: Verna Cook, la prima donna ad essere ammessa all’Esa (Scuola speciale di architettura) all’inizio del Ventesimo secolo, sarebbe stata felicissima di vedere conferire ad una donna, Zaha Haid, il “premio Pritzker” di architettura del 2004. resta, tuttavia, ancora del cammino da fare: i posti ad alta responsabilità nel campo delle progettazioni di opere pubbliche, in particolare, restano ancora troppo spesso una prerogativa maschile!
Sonia Ocello
Pubblicato su Cronache Aramonesi, anno V, n. 2, marzo 2009
Associazione culturale Aramoni - Storia e tradizioni del popolo di Zambrone
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