La solidarietà
IL CORAGGIO DEL PRIMO CITTADINO DI ZACCANOPOLI PASQUALE CAPARRA
Rabbia, impotenza, dispiacere, smarrimento, amarezza, tensione, nausea, disorientamento. Sono i sentimenti predominanti in chi subisce la violenza altrui. I moti dell’animo di Pasquale Caparra, sindaco di Zaccanopoli, sono certamente agitati da una tempesta nella quale si alternano la nebbia della confusione alla pioggia delle lacrime versate nel cuore. Ma la solarità della sua fermezza e del suo coraggio, mista al calore della sua umanità e al dolcissimo tepore del suo senso di giustizia spazzeranno via il rigido inverno che è sceso per poco tempo nel suo cuore. Il tutto, naturalmente, illuminato dal sole primaverile che stimolerà la sua adamantina operosità. Pasquale Caparra opera in un piccolo comune e ama ripetere che ciò non gli impedisce “di pensare in grande”. E grande, fino ad oggi, è stata la sua sagacia e la sua ferrea volontà di operare nella direzione di una crescita organica e coerente della realtà comunale di Zaccanopoli. In questi casi la sollecitazione ad andare avanti è quasi d’obbligo. Pasquale Caparra sa bene che un episodio di violenza cambia per sempre la percezione dell’esistenza. Un fatto che tende a spegnere l’entusiasmo e la passione politica. Intimidazione, ritorsione, atto vandalico, in tal senso, poco importa. La spinta verso l’impegno civile tende naturalmente ad affievolirsi. La rassegnazione, però, è destinata a cedere il passo alla ragione, a sua volta alimentata dalle pulsazioni del cuore. Pasquale Caparra ha la fortuna di avere accanto a sé una famiglia esemplare, l’affetto dell’intera comunità e la stima della totalità dei rappresentanti istituzionali. Perché è un sindaco perennemente proiettato nelle dinamiche del territorio e proteso a risolvere le problematiche della sua comunità. Una presenza costante che sa essere discreta e puntuale allo stesso tempo. La malapianta della violenza sembra una grande maledizione per questa terra. Colpisce quasi sistematicamente tutte le persone impegnate nella sfera pubblica. E allora ritorna in mente uno scrittore calabrese, il quale affermava che “La Calabria è una categoria morale” anche se gli episodi di violenza tendono a offrire di questa terra, un’immagine altamente immorale. Alla fin fine, con l’imprescindibile ruolo di sindaci come Pasquale Caparra, di cittadini onesti e laboriosi come quelli di Zaccanopoli, delle Forze dell’ordine e delle pubbliche istituzioni, la Calabria tornerà ad essere, appunto, “categoria morale”.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Il Quotidiano il 3 aprile 2016, p. 25