Zambrone. Sei consiglieri pronti a lasciare il seggio per lo scioglimento del Consiglio
IL SINDACO PILEGGI GETTA LA SPUGNA
Ieri formalizzate le dimissioni a seguito della spaccatura della maggioranza
di Antonio Fiamingo
ZAMBRONE - Non si ferma il terremoto istituzionale che sta travolgendo l’amministrazione comunale di Zambrone. Il sindaco Giovanna Pileggi ha rassegnato le dimissioni ieri mattina, appena aperti gli uffici comunali. Le motivazioni sarebbero riconducibili alla crisi dell’esecutivo di qualche giorno fa. Evidentemente tale decisione ha avuto profonde ripercussioni politiche. Il condizionale rimane comunque d’obbligo, in quanto l’interessata non ha rilasciato dichiarazioni in merito.
La maggioranza, quindi, sarebbe stata profondamente scossa dal ritiro delle deleghe e questo avrebbe portato alla rottura degli equilibri interni e del patto di reciproca fiducia tra i consiglieri e il sindaco. Secondo quanto riferito da fonti attendibili, nei giorni scorsi è stato lamentato diffusamente un modus operandi eccessivamente decisionista da parte del sindaco e una mancanza di confronto in seno al gruppo di maggioranza, con varie sottolineature dell’inconsistenza delle motivazioni che hanno portato al ritiro delle deleghe. Il gruppo di minoranza “Identità e futuro per Zambrone” ha chiesto un consiglio comunale per discutere di tale crisi. Il civico consesso era stato convocato, pertanto, per oggi. Tuttavia, le dimissioni del sindaco hanno comportato un formale rinvio della seduta. Nessuna presa di posizione ufficiale, allo stato, da parte dell’altro gruppo consiliare di minoranza “Coraggio per continuare insieme”.
Nel corso della mattinata c’è stato un incontro fra alcuni consiglieri, nel quale si è discusso dell’opportunità di rassegnare le dimissioni con un atto congiunto. Ove tale ipotesi trovasse concretizzazione, ciò implicherebbe lo scioglimento dell’assemblea comunale. Oggi potrebbero esserci sviluppi in tal senso.
È chiaro che le dimissioni del sindaco avranno ampia incidenza sui processi decisionali dei consiglieri. Un atto così rilevante, infatti, per sua stessa natura richiede una presa di posizione politica ben delineata. Probabile, quindi, che i consiglieri abbiano deciso di concedersi ventiquattro ore di riflessione per ponderare con attenzione tale decisione. E ciò, anche, per formalizzare tali decisioni secondo una concordata modalità.
Lo scenario secondo quanto previsto dalle vigenti normative è il seguente. Il sindaco ha venti giorni per ritirare le dimissioni. Qualora non lo facesse, l’amministrazione sarebbe traghettata fino alle nuove elezioni dal vicesindaco e dalla giunta in carica e il consiglio rimarrebbe in piedi. Viceversa, qualora a dimettersi siano la metà più uno dei consiglieri, l’amministrazione decade e per reggere le sue redini viene nominato un commissario fino alle prossime amministrative. In ogni caso si voterebbe alla tornata della prossima primavera. Tuttavia, i due scenari avrebbero implicazioni politiche ben differenti.
Nel caso di Zambrone le mosse dei consiglieri saranno determinanti per capire quale scenario si apre per il comune, anche se tutto sembra delineare i contorni di una vera e propria crisi amministrativa comunque senza ritorno.
Pubblicato su Il Quotidiano il 23 febbraio 2016, p. 22