Abolizione dei piccoli comuni, da Zambrone una voce di dissenso
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03 FEBBRAIO 2016 11:23
Marina Grillo e Corrado L’Andolina, consiglieri comunali di minoranza a Zambrone hanno presentato una mozione contro la proposta di legge n. 3420 che mira alla cancellazione, mediante fusione, di tutti i comuni con meno di 5.000 abitanti. A sostegno della loro tesi evidenziano come in Italia, la media è di un comune ogni 7.000 abitanti, in Spagna e in Germania di uno ogni 5.000 mila e in Francia, uno ogni 1.500 abitanti.
L’incidenza debitoria dei Comuni rispetto al Pil è di circa il 3% mentre quella delle amministrazioni centrali è pari, all’incirca, al 99% e inoltre, anche le grandi realtà municipali hanno prodotto debiti e fallimenti politici di portata epocale. È sufficiente ricordare il caso del Comune di Roma, per il cui salvataggio è stato necessario un decreto seguito da cospicui finanziamenti. Ma anche la situazione debitoria di città come Palermo, Catania, Vibo Valentia è stata fallimentare.
L’esperienza insegna che la crisi degli enti ha radici ben più profonde e differenti dalle loro dimensioni abitative e geografiche. Essa ha una duplice natura: mancata realizzazione di una riforma sistemica e arretramento morale, politico e culturale che ha interessato il sistema istituzionale nazionale, in modo particolare, nell’ultimo quarto di secolo.
Un’eventuale frattura fra rappresentanza politica e territorialità rischia seriamente di minare il senso identitario, di dissolvere la necessità di partecipazione alla vita pubblica e di avviare una fase di scadimento del senso democratico.
La delega della gestione territoriale a soggetti slegati dalle comunità e dalle loro dinamiche umane e politiche assesterebbe il colpo definitivo ad ogni ipotesi di emancipazione delle popolazioni comunali.