www.21righe.it Mercoledì, 28 Ottobre 2015 18:00
Zambrone, L'Andolina e Grillo interrogano il sindaco per la gestione dell'emergenza idrica
Un deficit di comunicazione, che inchioderebbe il sindaco e la sua amministrazione a delle grosse responsabilità. La questione riguarda il Comune di Zambrone, e risale al 15 ottobre, quando con un’ordinanza sindacale si faceva divieto di utilizzo dell’acqua per uso alimentare. Non potabile, dunque. Ma di questa importante notizia, non se ne è data adeguata comunicazione alla popolazione.
Ne è certo il gruppo consiliare di minoranza “Identità e futuro per Zambrone”, rappresentato dai consiglieri Corrado L’Andolina e Marina Grillo, che proprio su questa delicata vicenda hanno presentato una nuova interrogazione: «Ritardi nella comunicazione circa la non potabilità dell’acqua erogata su San Giovanni e su Priscopio giusta ordinanza del 15 ottobre e revocata il 26 ottobre c.a.». Secondo i due consiglieri, infatti, il 15 ottobre scorso veniva ordinato il divieto dell'utilizzo dell’acqua erogata dal serbatoio Sorical sito in località San Giovanni e dal serbatoio comunale sito in località “Coste” di San Giovanni. Ma qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto.
«La comunicazione su tale rilevantissima circostanza - spiegano i due consiglieri d’opposizione - ai fini della tutela dell’igiene pubblica è risultata inadeguata e intempestiva. L’amministrazione, infatti, si è limitata, nell’immediatezza, a pubblicare l’ordinanza sull’albo pretorio on-line. Soltanto nella giornata successiva, la comunicazione è stata effettuata presso i locali pubblici della frazione San Giovanni. Considerata la composizione sociale di San Giovanni e in parte di Priscopio (le due realtà interessate al divieto all’uso dell’acqua potabile) caratterizzata dalla presenza significativa di persone anziane, la comunicazione è apparsa del tutto insufficiente. L’adempimento formale della comunicazione è stato assolto; quello sostanziale è apparso tutt’altro che efficace. Considerata le modeste realtà abitative in questione, non sarebbe stato proibitivo avvisare, immediatamente, la popolazione di riferimento. La comunicazione, su un rilevante episodio di igiene pubblica, avrebbe richiesto ben altra rapidità e capillarità di comunicazione».
Ma la questione non si esaurisce qui: l’ordinanza è stata revocata soltanto in data 27 ottobre e cioè a distanza di dodici giorni dalla data della sua emissione, ma nessuno si è preoccupato, in questo lasso di tempo, di dare comunicazioni « ragguagliare la popolazione circa gli sviluppi della vicenda». Per i due consiglieri, questo era un precipuo compito dell’amministrazione: «Pertant- concludono L’Andolina e Grillo - è stato interrogato il sindaco per conoscere se siano state individuate o meno le ragioni circa la presenza di coliformi superiore a quanto previsto dal Dlgs. 31/2001 che ha originato l’emissione dell’ordinanza numero 31/2015. Ma anche i motivi di tale deficit di comunicazione su una questione di significativa rilevanza ai fini della pubblica igiene».