Limbadi. Nel corso della serata presentato anche il tradizionale “Filocastrum Fest”
L’ABBRACCIO: SEMPLICITÀ DELL’AFFETTO
Il tema al centro dell’incontro promosso dall’associazione culturale “Il Tocco”
di Nicola Costanzo
LIMBADI - L’associazione “Il Tocco” continua la sua opera di ricerca culturale. E lo fa con gli strumenti antichi, quello della dialettica e della teatralità e con quelli moderni, ad esempio mediante l’utilizzo di video. “L’abbraccio” è il titolo del seminario che si è svolto sabato scorso. Sottotitolo: “L’immediatezza della comunicazione e la semplicità dell’affetto”. Un tema inconsueto e anche per questo particolarmente interessante. La cornice di un borgo antico, la curiosità di un tema originale, un pubblico attento e qualificato sono state le coordinate principali di evento più unico che raro per i contenuti. L’iniziativa s’incardina in un percorso che l’associazione organizzatrice ha intrapreso già da qualche anno e che propone, per ogni estate, un evento autenticamente culturale. Il primo a prendere la parola è stato Graziano Ciancio, il quale, in prima battuta, ha presentato il “Filocastrum Fest” che si svolgerà la sera del 9 agosto per il centro abitato. Di primo livello la programmazione che annovera tutte presenze qualificate e di elevato spessore professionale. Una festa dal richiamo medievale che prende le mosse dalla visita di Ruggero I d’Altavilla presso il borgo mottese. La manifestazione culturale è poi entrata nel vivo. In prima battuta, il sindaco di Limbadi, Pino Morello dopo il saluto di rito ha dichiarato «la disponibilità dell’amministrazione a collaborare fattivamente con l’associazione “Il Tocco” e con le sue manifestazioni». Il primo dei relatori è stato il professore Ulderico Nisticò, studioso della Calabria e della sua cultura a trecentosessanta gradi. Accattivante il titolo del suo intervento: “L’abbraccio dei vivi e dei morti”. Lo studioso del soveratese ha più volte richiamato gli elementi letterari che testimoniano abbracci o mancati abbracci. In modo particolare il combattimento di Clorinda e Tancredi «i due vorrebbero abbracciarsi, ma non possono». Incisiva la sua conclusione: «L’abbraccio, alla fin fine, è anche desiderio di consolazione. E i sentimenti profondi, non hanno bisogno di molte parole; per esprimerli, è sufficiente un gesto semplice, come l’abbraccio, appunto». Poi ha preso la parola Vittoria Vardè che ha relazionato su “L’abbraccio nella comunicazione non verbale”. Incisiva la conclusione del suo intervento: «Rimarcare l’abbraccio fisico per rinascere». Infine, Gaetano Aurelio che non ha esitato a definire l’abbraccio come «il mezzo migliore di espressione» nel quadro di un tema da chiaro richiamo pedagogico: “L’abbraccio nei bambini”. I lavori sono stati moderati da Corrado L’Andolina che nel presentare i vari argomenti si è prodigato in puntuali richiami letterari, sociologici e antropologici. Durante la serata è poi stato proiettato un video realizzato ad hoc sul tema. Il documentario è stato girato, prevalentemente, presso la scuola materna locale delle Suore Missionarie Francescane del Verbo; riprese e montaggio di Pino Messina. Gli alunni del Liceo classico di Vibo hanno rappresentato in termini teatrali e da prospettive peculiari, “L’abbraccio”. Da segnalare, a tale proposito la prestazione di Paolo Cutuli e della voce recitante Serena De Fina, ammaliante e intesa che ha calamitato le corde del cuore degli astanti. Infine, conclusione all’insegna della tradizione: l’abbraccio indotto e cercato dalle note della zampogna dei fratelli Battaglia.
Pubblicato su Il Quotidiano il 30 luglio 2015, p. 27