Zungri. Numerosa e rispettosa la partecipazione dei fedeli
MADONNA SANTISSIMA DELA NEVE. AFFASCINATI DAL RITO DELLA PROCESSIONE
di Corrado L’Andolina
ZUNGRI - Religiosità senza tempo. È questa la prima impressione percepita il 5 agosto all’inizio della processione devozionale in onore alla Madonna santissima della Neve. Una religiosità metatemporale che proietta la sua dimensione oltre gli affanni della quotidianità. E un primo “miracolo” lo si percepisce immediatamente. Nessuno parla della crisi economica, persino le angosce di quanti vivono disagi personali sono indirizzate ben oltre le contingenze. Donne anziane vestite di nero, donne giovani con gonne lunghe, uomini e ragazzi con giacca e cravatta. La stanchezza vinta dalla soddisfazione dei componenti del comitato preposto ai riti civili. E poi le autorità. La voce ferma ed emozionata al contempo di don Felice La Rosa che trasmette attraverso la preghiera lo sconfinato amore per Gesù e per sua Madre. Gli agenti dei carabinieri in servizio presso la locale stazione nella loro autorevole divisa. Il primo cittadino, Francesco Galati, riferimento principale della comunità civile. I bambini, anche loro inappuntabili nel vestiario e nel comportamento. Il complesso bandistico zungrese “G. Verdi” che si unisce a quello rinomato della “Città di Noicattero” suona le marce della solennità. Ad arricchire la processione due gruppi ispirati da codici e spettacoli antichi: “I cavalieri città di Regia” e i “Pistonieri di Casale e Filangeri di Montecastello”. L’importanza liturgica del momento è percepita in tutta la sua intensità dalla folla enorme di fedeli. Preghiere recitate con la voce a tratti rotta dall’emozione, a tratti col calore che trae fondamento solo dalla fede incrollabile nella Madonna. Il dubbio sulla modernità che cancella l’elemento trascendente si dissolve rapidamente. La fede sembra resistere alla deriva nichilista; vissuta come risposta al grande quesito sul senso della vita e come reazione all’instabilità ontologica originata dai drammi o dalle insicurezze della contemporaneità. In occasione del centenario dell’incoronazione del Quadro che raffigura la Madonna della Neve venerata dagli zungresi sono stati allestiti straordinari festeggiamenti. Dopo molti lustri, il Quadro è stato portato in processione (in quelle degli anni passati era stato sostituito con una copia). Ma di veramente eccezionale c’è la capacità della fede di rigenerare e di rigenerarsi in un moto religioso perpetuo che investe la sfera umana più misteriosa: l’anima. La linea di demarcazione tra devozione e devozionismo, in tempi odierni, è sempre più labile. Ma la partecipazione dei fedeli al rito processionale così numerosa, rispettosa, umile è il segnale più tangibile dell’amore mariano e dell’essere e sentirsi vera comunità cristiana. E non è questo il senso di quella pietas popolare che il vescovo Luigi Renzo concepisce come leva per una nuova evangelizzazione? Lezioni di religiosità e umanità dalla periferia vibonese.
Il Quotidiano 7/8/2014