Le testimonianze. La costernazione di chi conosceva il magistrato
CIAMPI VENIVA IN VACANZA A ZAMBRONE
di Corrado L’Andolina
ZAMBRONE - In paese c’è costernazione e incredulità. Il magistrato vittima della follia omicida dell’altro ieri, infatti, era proprietario di un’abitazione residenziale in località “Madama” di Zambrone. Da molti anni Fernando Ciampi trascorreva le vacanze proprio nel piccolo centro tirrenico calabrese insieme alla moglie originaria del vibonese. Un signore distinto nei modi e affabile nell’approccio con gli abitanti del posto. Era sempre estremamente riservato, elegante nel modo di esprimersi ma semplice nel rapportarsi alla gente. Cordiale e generoso era pacato nei modi e sempre estremamente riflessivo. Tutti lo chiamavano, affettuosamente, “Il giudice” un po’ in omaggio alla sua professione, un po’ per indicare la solennità che segnava il suo modus vivendi. Chi lo ha conosciuto bene assicura che per lui la giustizia non era soltanto la pedissequa applicazione della legge scritta. Piuttosto, la parte essenziale del suo stesso modo di essere. Una giustizia che era sinonimo d‘intransigenza, coerenza, probità, prudenza. Acume, intuizione ed equilibrio, le sue principali virtù riconosciute da tutti. In molti ricordano il suo mezzo di spostamento prediletto: un motorino datato di qualche anno. Grazie ad esso si muoveva con agilità per i sentieri della campagna zambronese. Una circostanza che era sinonimo di sobrietà. Amava la natura e non a caso la sua abitazione è contornata dal verde lussureggiante della campagna che aggetta sull’immensità del mare Tirreno. Soprattutto godeva dei buoni prodotti dalla terra. Prediligeva, in particolare, acquistare frutta, ortaggi e verdura dai contadini del posto. La sera prima dell’agguato mortale aveva avuto un contatto telefonico con una persona del posto e insieme avevano fatto cenno alle prossime vacanze estive. Mentre la prima persona a dare notizia alla comunità di tale episodio è stata un’avvocatessa zambronese che esercita la professione proprio a Milano e che conosceva il giudice. Di fronte a episodi di questo genere il dolore pervade ogni spirito e lo rattrista infinitamente. La morte di un magistrato mentre esercita la sua professione, inoltre, sconcerta e lascia attoniti. Ma ciò che turba ancora di più è la morte cruenta di un uomo onesto, integerrimo che ha posto la sua vita al servizio di un’idea alta e nobile della giustizia. Un uomo ricco di una dimensione professionale, valoriale e umana di eccezionale valenza Un fatto che induce ad affermare che l’amicizia di Zambrone e dei suoi abitanti per il giudice Ciampi rimarrà immutata. Pubblicato su Il Quotidiano l’11 aprile 2015, p. 6