DOMENICO MAZZITELLI, IL PARTIGIANO CHE SI OPPOSE ALLA LOGICA DEI TOTALITARISMI
di Nicola Costanzo
ZACCANOPOLI – “Nel Giorno della memoria” è il titolo del convegno organizzato lo scorso martedì. Teatro della manifestazione, la sala consiliare che ha registrato una ricca partecipazione popolare. Molti gli interventi, tutti connotati da ricchi contenuti ideali e valoriali. Ad introdurre i lavori, il sindaco del piccolo centro sito alle pendici del Poro, Pasquale Caparra, il quale ha elogiato «il lavoro della scuola finalizzato ad offrire le esatte dimensioni della più grande tragedia del Novecento». Il primo cittadino si è poi soffermato sulla figura di «Domenico Mazzitelli, il partigiano “Rosina”, il quale, nel contrastare il regime nazi-fascista, non ha esitato a scegliere la via della civiltà e della libertà». A seguire i vari interventi. Silvestro Scalamandrè, per la delegazione provinciale dell’Anpi ha sottolineato come «ricordare la tragedia della Shoa significa, soprattutto, impedire che ciò possa nuovamente accadere». È toccato poi a don Francesco La Ruffa, parroco a Zaccanopoli, il quale dopo avere ricordato alcune esperienze dei sopravvissuti ai lager ha così concluso: «Non siamo noi che dobbiamo pregare per quanti sono morti nei campi di concentramento; ma sono loro a dovere pregare per noi». Dal canto suo, il segretario della Cgil di Vibo, Luigi De Nardo ha sottolineato: «Un blocco di indifferenza ha preceduto e accompagnato la tragica esperienza della Shoa. Ricordare significa impedire le condizioni perché tale blocco possa riemerge nell’attualità». L’insegnante Roberto Mazzitelli invece ha presentato il lavoro degli allievi delle scuole di Zaccanopoli. In merito va detto che sono stati coinvolti sia gli alunni della scuola primaria, sia quelli della scuola secondaria di primo grado. Un cortometraggio realizzato con alcune foto presenti nel web è stato accompagnato dalla spiegazione degli allievi che hanno offerto tutti i dati sulla Shoa. Un lavoro che ha saputo coniugare il rigore della ricerca con il sentimento dell’umana compartecipazione al dramma del popolo ebraico. Antonio Pugliese, autore del libro “Mio padre nel lager”, invece, ha ripercorso, anche lui con l’ausilio delle immagini, la vicenda del padre, recluso, appunto in un lager e diretto testimone di quella stagione così violenta e traumatica della storia del Novecento. Complesso, articolato e appassionato l’intervento di Corrado L’Andolina. Nel suo discorso, il professionista ha ricordato il contributo dell’Ebraismo alla nascita della civiltà occidentale, i suoi figli illustri e, nel dettaglio, il dramma della Shoa; infine, ha sottolineato i rischi collegati alle nuove forme di antisemitismo. I lavori sono stati coordinati dal giornalista Nicola Rombolà che si è soffermato sull’immane tragedia del popolo ebraico da differenti prospettive, offrendo in tal modo una visione completa di tale terribile evento. Nel corso della serata ai familiari del partigiano Domenico Mazzitelli è stata donata una targa a cura dell’Anpi vibonese. Sull’esempio e sulla testimonianza, quindi, di Domenico Mazzitelli, il quale ha avuto il coraggio di scegliere la via della libertà e della dignità, dalla quale bisogna ripartire, per evitare che fenomeni che portano dentro un odio inveterato e distruttivo di ogni valore umano possano ripetersi. Nei visi che hanno riempito la sala, ma in particolare sui volti dei cinque figli presenti alla ricorrenza, Tonino, Maria, Vincenza, Olga e Saverio, i sentimenti e la commozione si sono coagulati.
Pubblicato su Il Quotidiano l’1 febbraio 2015, p. 18