Il personaggio. Oggi il 40esimo anniversario della morte di Alessandro Bagnato
STORIA DI UN ANARCHICO DI CALABRIA
di Annalisa Fusca
Riappropriarsi della memoria storica di un paese, riconoscere e scoprire i personaggi che si sono distinti negli anni, non è altro che vivere la propria terra, dare senso e valore alla propria cultura e tradizione. Ecco allora che diventa importante soffermarsi su Alessandro Bagnato, personaggio del circondario di Tropea, che oggi ricorre il quarantesimo anno dalla sua morte. Egli è stato un anarchico di Calabria, ha dedicato l’intera esistenza all’insegnamento e all’educazione dei ragazzi, legando questa attività al sentimento di libertà, giustizia sociale e dignità dell’uomo. Si colloca in un periodo storico in cui l’aspirazione al riscatto sociale diveniva sempre più forte nelle famiglie artigiane e mercantili, anche per l’ostinata chiusura della nobiltà locale nella difesa di privilegi feudali che costituivano un ostacolo insormontabile allo sviluppo economico della zona della Calabria e del Mezzogiorno in generale. Alessandro intraprese gli studi presso l’Istituto Normale Magistrale di Catanzaro, dove conseguì il diploma di maestro elementare. Si preparò al concorso per l’abilitazione all’insegnamento e lo vinse, iniziando l’attività didattica nel 1920, proprio a Tropea. La passione per la scrittura e le doti intellettuali si manifestarono fin da subito. Infatti, nel 1913 fondò a Catanzaro il giornale “Il Birichino calabrese”, svolgendo una intensa attività pubblicistica. Nel 1922 Alessandro sposò Rosaria Bagnato, figlia di possidenti del casale di Caria. Nel 1928 venne trasferito proprio nella scuola elementare di Caria, dove abitò nella nuova casa dei genitori della moglie, costruita in seguito al terremoto del 1908 che aveva distrutto la residenza dei suoceri. Dal matrimonio nascono cinque figli: Antonio, morto subito dopo la nascita, Domenico Antonio, Agostino, Maria Rosa e Giuseppe deceduto a soli 28 anni nel 1963, per un episodio che oggi si definirebbe di malasanità. Durante il fascismo fu costretto a rallentare l’attività politica, esercitata peraltro più sul piano didattico che organizzativo, attraverso il silenzio. Negli stessi anni pubblicò alcune ricerche su importanti protagonisti del Risorgimento e del nascente movimento socialista italiano, legato alla Prima Internazionale. Tra le numerose pubblicazioni, vanno ricordate “Cataste umane”, pubblicato nel 1934; “Carlo Pisacane” pubblicato lo stesso anno. Vi pubblicò in seguito opuscoli e saggi: “Il socialismo di Carlo Pisacane” del 1950; “Mazzini Bakunin Marx”,del 1956; “Malatesta e compagni”, del 1953, che rappresenta la prima ricostruzione dell’avventura rivoluzionaria e cospiratrice dell’anarchico italiano più importante del Novecento, considerato un testo fondamentale per la conoscenza dell’anarchismo italiano; “Polemica libertaria”, del 1950; “Emancipazione: anarchismo”del 1951; “Rinnovamento”del 1952; “Italia senza quiete”del 1969. Alle elezioni per la Costituente del 2 giugno 1946, si candidò in rappresentanza di un partito di nuova formazione che propugnava lo sviluppo della scuola laica e libera. Schiacciato dalla presenza di candidati appartenenti ai risorti partiti tradizionali, comunisti, socialisti, popolari democristiani, liberali, repubblicani, ottenne un risultato molto modesto. Negli anni Settanta il figlio divenne segretario della Federazione di Crotone e consigliere provinciale di Catanzaro. Terminato l’insegnamento scolastico, continuò l’attività di pubblicista, dando alle stampe alcuni volumetti di poesia che testimoniano il suo continuo attaccamento al lavoro, alla lettura, alla scrittura. Il segno di una vitalità indomabile, di una volontà che sfida il tempo, caratteri tipici dell’intellettuale di formazione laica libertaria. Alla sua morte alcuni organi di stampa di ispirazione anarchica gli hanno dedicato un commosso necrologio. Le autorità locali lo hanno ignorato totalmente, proprio per il suo passato di socialista libertario. L’attività di storico invece è registrata nel grande dizionario Storici d’Italia di tutti i tempi. Le sue opere politiche sono conservate negli archivi anarchici e di storia del movimento operaio in tutto il mondo. Tutte le pubblicazioni si trovano nella biblioteca comunale di Catanzaro. Si auspica che il territorio di Vibo, Tropea e Drapia si attivino per rendere ad Alessandro Bagnato il tributo che merita. Le istituzioni locali potrebbero dapprima mobilitarsi nell’intestazione di una piazza e successivamente prodigarsi al recupero di alcune pubblicazioni dell’anarchico calabrese, concentrandosi sulla lettura dei libri di maggiore interesse e sulla rivista da lui stesso fondata: “Il birichino calabrese”.
Pubblicato su Il Quotidiano il 2 ottobre 2014, p. 28