“FACIMU ROTA”, ENNESIMO SUCCESSO PER LA KERMESSE DI MOTTA FILOCASTRO
di Corrado L’Andolina
LIMBADI - Il borgo di Motta Filocastro con le sue viuzze antiche e ricche di storia, “Il Tocco”, associazione tenace e coraggiosa che riunisce gran parte della popolazione, la musica popolare calabrese proposta nella sua essenza, un’esposizione di strumenti musicali ricca ed esauriente, la mostra fotografica dedicata all’elemento coreutico-musicale regionale. Sono questi gli ingredienti principali di “Facimu rota” che si è svolta per il decimo anno consecutivo nella piccola frazione di Limbadi la scorsa domenica. Ogni angolo del paese trasformato in una fucina di idee e in un luogo di ristoro uditivo per gli amanti dell’autentica musica calabrese. Nel pomeriggio si è svolto il laboratorio di danza tipica popolare praticata nell’area del Poro. Di sera, spazio a vari appuntamenti. La mostra degli strumenti musicali calabresi è stata curata da Salvatore Braccio (liutaio) e Andrea Anghelone (tamburelli) e si è avvalsa della collaborazione di Claudio Fittante. Le marionette hanno deliziato gli occhi e lo spirito dei tanti bambini presenti. La mostra fotografica, dedicata al tema della morte come elemento teso a creare umana solidarietà fra la gente. E poi quella realizzata con le foto messe a disposizione dall’etnofotografo Angelo Maggio. Variegata e coerente la concertistica. All’ingresso, il ruolo di mattatore è stato assegnato a Micu Corapi e alla sua banda. Una timbrica vocale peculiare che ha espresso il meglio di sé nelle “muttette” tipiche della Locride. E poi i Giamberiani coi loro suoni eseguiti con zampogne, lire, organetti e tamburelli; protagonisti, i fratelli Andrea e Alessio Bressi e Daniele Mazza. La rota, tipico ballo popolare, curata dall’impareggiabile maestria degli zampognari di Cardeto diretti da Sebastiano Battaglia. “Mastru da ballu”, Graziano Ciancio, presidente dell’associazione organizzatrice dell’evento. E poi la “Fanfara fiorita” col suo repertorio di sonate tipiche dell’area del Poro. Calamitante e di spessore il concerto degli “Skunchiuruti” che ha eseguito brani saldamente ancorati alla tradizione. A rendere “gustosa” la serata le pietanze tipiche del posto e un simpaticissimo “Ape-ritivo” servito su una vecchia Ape e con l’arredo classico sostituito dalle balle di fieno. Non una festa ma un evento.
Pubblicato su Il Quotidiano il 13 agosto 2014, p. 28