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Anno 2009
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Il Pd Vibonese
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Matrimonio all'italiana
Il Pd Vibonese
Quello che sta accadendo al Pd vibonese è una splendente metafora della coppia italiana. C’è davvero molto di ciò che si agita fra le mura domestiche dei connazionali. Tutto ebbe inizio a ridosso della primavera. Le due componenti del Pd, iniziarono a darsi qualche colpo di fioretto prima e di sciabola poi. Esattamente come fanno due giovani destinati al fidanzamento. All’inizio tra loro prevale l’insofferenza. Poi, però, si scopre l’altro in tutte le sue sfaccettature. “Beh, non è poi così male” sostiene lui. E lei, di rimando: “Tutto sommato, conviene frequentarlo”. Fu così che tra un aperitivo e una pizzetta (per colpa della crisi, di cena manco a parlarne) i due promessi sposi giunsero a proclamare il loro fatidico sì. Il matrimonio fu di quelli che non si dimenticano facilmente. Ospiti illustri e testimoni di rango coronarono quello che il gossip nostrano definì: “Il matrimonio del secolo”. Le “buste” raccolte dalla coppia (leggasi: consenso popolare, voti) furono laute. Sia ben chiaro, non si trattò di un colpo di fulmine, perché i due si conoscevano da vecchia data, ma nella fase precedente l’unione, non mancò una parvenza di corteggiamento reciproco, con tutte le diffidenze e le incomprensioni del caso. Per rimanere terra terra: l’amore non è bello se non è litigarello ! Nel passato mese di aprile fu tutto rose e fiori. Il matrimonio, dalle prime battute, sembrava solido come una roccia. Subito dopo, però, qualcosa si ruppe. Le richieste di una delle parti non vennero accolte, l’altra s’imbronciò e giurò vendetta, tremenda vendetta. E’ la spia più evidente che la giovane coppia é già in crisi. Musi lunghi, silenzi impenetrabili e portoni che sbattono fragorosi prendono il sopravvento. Le occasioni d’incontro vengono evitate. Il corollario è di immediata intuizione, quando lei (o lui) dice al coniuge: “Caro, questa sera no, ho proprio un gran mal di testa”, è l’inizio della fine di un rapporto. Maturano così da parte di entrambi i primi sospetti sull’infedeltà, con tanto di scenate e incontri a sorpresa. Battute, battutine, battutacce, sono il preludio di una coppia ormai giunta alla frutta. Lui sente il bisogno di ritornare alle partite di calcetto con gli amici. Lei corre nevrastenica più che mai dalla madre. E’ l’impellente necessità di organizzare robuste cordate. A ciò si aggiunga, la paventata ipotesi di ricorrere a carte bollate e testimoni con tanto di richieste d’alimenti della parte debole che, complice la raggiunta parità dei sessi, non si sa più chi sia. Il ricorso a un giudice imparziale è il naturale epilogo di una vicenda in linea con i canoni della famigliola contemporanea. Di scandaloso, allora, non c’è davvero nulla. Se qualcuno di fronte a una normale crisi familiare strabuzza gli occhi vuol dire che appartiene davvero a un altro secolo. Non si comprende per quale plausibile ragione, in molti sentano il dovere di esprimere la loro “preoccupazione”. Questi ultimi assomigliano ai parenti della coppia che scoppia: un po’ pettegoli, un po’ ipocritamente salomonici. Invero, si è di fronte alla classica trama di una famiglia borghese alle prese con “la perdita dei tradizionali valori”. In un modo o nell’altro (inutile arrovellarsi il cervello per azzardare specifiche previsioni) tutto si aggiusterà. Insomma, la crisi del Pd provinciale contiene gli elementi di un moderno matrimonio all’italiana. Gli ingredienti ci sono tutti. E’ una normale storia di recriminazioni, strepiti, piatti che volano, accuse reciproche e (come da copione) di corna !
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 24 gennaio 2009, p. 32
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