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Anno 2009
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PD, le apparenze che ingannano
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Editoriale
PD, le apparenze che ingannano
Due eserciti, l’un contro l’altro armato. In pratica, Annibale contro Scipione detto “l’africano”. La sfida delle prossime primarie del Pd provinciale, rimanda, nelle dichiarazioni dei suoi protagonisti, alla guerra che contrappose Cartagine a Roma. In quel caso, però, si trattava di due nazioni diverse con distinti eserciti, storia e religione. In questo caso, invece, la “nazione” dei contendenti è la stessa e così l’ “esercito”, un po’ meno “religione” e “storia”. Dettagli e niente di più. Di quella cruenta vicenda consegnata agli annali storici c’è (quasi) tutto: elefanti, soldati, strategie belligeranti. Lo scenario sarebbe avvincente. Però, francamente, la “ggente” non riesce proprio a interessarsi all’attuale sfida. Le cronache sono zeppe di dichiarazioni, disamine, proposte, mirabolanti scenari, apocalittiche previsioni che hanno il limite (o il pregio?) di rivolgersi ai soli e soliti addetti ai lavori. Nei luoghi di fatica, cantieri, centri commerciali, le discussioni vertono su ben altri argomenti: dai soldi che non bastano ai protagonisti dell’ultimo reality show, per finire sulla mala fede o meno degli arbitri di calcio. Per indagare sul perché della distanza tra il palazzo e la “ggente” non è il caso di scomodare la sociologia. Nemmeno qualche corsivista “de noiartri”. La causa del disinteresse va individuata terra terra. Nell’attuale dibattito (lo si chiami, impropriamente, così) manca qualsiasi spunto di creatività, ironia e perché no, sarcasmo. Tocca sorbirsi tiritere, facce da apparatiks, discorsi con doppi, triplici e quadruplici significati, contenenti messaggi più o meno criptici. E ancora: visi accigliati, occhiatacce fulminanti, paroline, parolone, parolacce. Mai, comunque, un sussulto di originalità. Si è perso il gusto della battuta che un tempo aveva il dono di sdrammatizzare ed esprimere idee chiare e definite. Le vocazioni ecumeniche e il politically correct completano il quadretto. Della serie: uno sbadiglio vi (ci) seppellirà! Una verità inconfessabile vale la pena di svelarla. Dal congresso provinciale del Pd non dipendono le sorti dell’umanità. Se si troverà o meno la quadratura del cerchio, i destini italici rimarranno tali e quali. I compatrioti, in ogni caso, se ne faranno una ragione. L’importante è che gli sconfitti non arruolino le prefiche e i vincenti non si atteggino a novelli Napoleone dopo la straripante vittoria di Austerlitz. Qualunque cosa accada il sole il giorno dopo sorgerà e tramonterà come sempre. Cocente sarà la delusione per chi ha deciso di vivere il momento in una dimensione escatologica. Alle elezioni provinciali del 2004 un candidato elaborò un manifesto pubblicitario molto divertente. Sullo stesso non era stata stampata alcuna fotografia, ma solo la sagoma di un primo piano che recava il seguente messaggio: “Perché non ho messo la foto? Perché le “apparenze” ingannano”. Per dirla alla Candido Cannavò, “meraviglioooso”! Il candidato non fu eletto ma il sorriso lo ha strappato a molti elettori. Visti i tempi, in cui la parola più usata è “crisi”, per la politica vibonese sarebbe un buon punto di partenza, anzi un vero toccasana.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 7 gennaio 2009, p. 26
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