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ZAMBRONE, VERSO IL VOTO IN ATTESA DELLA RIFORMA
ZAMBRONE - Il cosiddetto “disegno di legge Delrio 1212/2013”, in realtà sostituito da un maxi emendamento all’attuale legge elettorale e sull’ordinamento localistico è destinato ad incidere profondamente sulla campagna elettorale delle prossime elezioni amministrative. Tale disposizione di legge è stata approvata dal senato grazie alla fiducia posta dal governo. Nella prossima settimana la Camera licenzierà definitivamente il testo. L’urgenza di tale approvazione era legata alla necessità di impedire, il prossimo 25 maggio, lo svolgersi delle elezioni amministrative provinciali, enti ormai riclassificati di secondo livello. C’è anche da sottolineare che nella storia repubblicana non era mai accaduto che a meno di un mese dalla presentazione delle liste amministrative cambiassero le regole elettorali. Dante Alighieri nel sesto canto del Purgatorio, riferendosi alla serva Italia scrisse: verso di te, che fai tanto sottili provedimenti, ch'a mezzo novembre non giugne quel che tu d'ottobre fili. Rispetto a qualche secolo fa è cambiato poco o niente. Due le novità più incisive (per i comuni con meno di tremila abitanti). La prima riguarda la possibilità del terzo mandato per il sindaco in carica. La seconda, il numero dei consiglieri che sarà elevato a dieci. Per quanto attiene il primo passaggio, tradotto in pratica significa che il sindaco in carica Pasquale Landro potrà ricandidarsi. Per quanto concerne il secondo aspetto, invece, è evidente che le liste in campo non saranno più di due. Resiste il nome di Corrado L’Andolina. Il condizionale, in entrambi i casi, è d’obbligo. In paese si è registrata molta attenzione su tale iter normativo. Rilevante, infatti, la sua incidenza sui destini politici di molti. Ma cosa pensa la gente di tale legge? L’opinione prevalente e di principio di massima é che la normativa non favorisca il ricambio della rappresentanza comunale e, addirittura, istituzionalizzi una sorta di califfato all’italiana! Insomma, una scelta di netta conservazione dello status quo. È anche vero, però, che le prerogative del corpo elettorale rimangono formalmente immutate. Allo stato nessuna comunicazione o nota ufficiale da parte dei protagonisti; bocche rigorosamente cucite. Probabilmente, gli interessati, riflettono sulle novità introdotte col provvedimento dello scorso mercoledì. Per avere notizie certe, quindi, occorrerà attendere qualche giorno. Con l’avvento di aprile il quadro sarà delineato nella sua essenzialità. Risulta incerto quale sarà l’orientamento degli schieramenti in campo: exit strategy o the surge? Ma soprattutto: continuità o alternativa?
r.v.
Pubblicato su L’Ora della Calabria il 28 marzo 2014, p. 29