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Anno 2008
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Verso la prossima sfida
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Politica sotto l’ombrellone
Verso la prossima sfida
“Che barba che noia, che noia che barba, qui non succede mai niente…”. E’ la celebre battuta di una sit-com di successo. Si può applicare anche alla politica locale. Le scusanti ci sono tutte, per carità. Quaranta gradi all’ombra lasciano pochi margini di movimento ai neuroni. Però nel torpore di una stagione estiva ancora all’inizio, la mente va alle prossime olimpiadi calabresi Gli espertoni sostengono che la consiliatura regionale terminerà in anticipo. Altri affermano che essa concluderà il mandato alla sua scadenza naturale. In ogni caso, non mancano più di venti mesi al rinnovo del consiglio regionale. Pertanto, terminato il caldo climatico, la situazione politica sarà… incandescente. E allora, cosa dire: “tutti ai nastri di partenza”. Lo starter è pronto. Osserva l’insieme con occhio vigile, almeno all’apparenza. Gli atleti (si fa per dire) sono pronti. Fra loro spicca il furbetto. Quello che spera di superare gli altri anticipando di pochi attimi il via. Scorrettezza? Slealtà? Macchè. Il problema è che quel vecchio rimbambito del barone Pierre de Coubertin non aveva capito nulla. L’importante è vincere, altro che. Del recente europeo austro-svizzero, chi mai si ricorderà della Russia? Tutti avranno in mente quel bonazzo del “Nino” e della sua Spagna! Ci sarà il corridore che, alla fine della carriera cercherà disperatamente l’ultimo applauso. Un tentativo che si colloca a metà tra il patetico e il romantico. Con fare napoleonico dichiarerà ai quattro venti: “Cittadini, occorre dimostrare che Vibo c’è”. Ma va? L’out-sider ci crede. Spera di superare quell’antipaticone avvezzo alla vittoria. Sarà pronto a stringergli la mano. Specie se farà parte della medesima cordata. Già si sa quel che dirà: “L’importante è sconfiggere il centrodestra o … il centrosinistra”. In realtà, tanto per usare una metafora estiva, sarebbe pronto ad affondare la barchetta pur di occupare uno dei tre posti sul podio. Fra gli altri c’è anche la giovane promessa. Dentro il suo animo è convinto di anticipare al fotofinish gli odiosi concorrenti. Dichiarerà: “Mah, l’importante è che sia una sfida improntata al dialogo e alla proposta”. E’ l’incipit che origina un lungo sbadiglio. Fra i partecipanti a questa anomala gara non manca lo sguardo truculento di colui che è alla ricerca della riscossa. Poche parole e tante strette di mano. Ha tutta la voglia di riprendersi ciò che Dio gli ha dato e l’uomo ingiustificatamente tolto. Questa partita la vuole proprio vincere. Lui userà toni apocalittici: “E’ in gioco la credibilità del territorio vibonese”. Nessuno gli crederà ma gli accoliti annuiranno. Fra i corridori anche il concorrente che non ha mai vinto. Quello che la stampa anglosassone definirebbe “un perdente di successo”. A lui, qualunque cosa accada va sempre bene. Non vince mai, ma è sempre al centro dell’agone politico che pontifica. E’ la saggezza personificata: “Mi rivolgo ai giovani, partecipate alla vita democratica”. Ormai gli manca solo il premio Nobel per la pace o, in alternativa, di prendere i voti (quelli religiosi, s’intende). Ci sarà pure lo sbruffone: “La partita è già vinta”. Una botta d’ottimismo per sé e per i propri cari. Difficilmente, però, si troveranno dei pasdaran disposti ad assecondare le sue ciarlatanerie. E’ evidente che i magnifici sette (o giù di lì) che concorreranno per un posto nell’olimpo della politica regionale, non hanno letto Jorge Luis Borges: “La gloria -ha scritto l’autore argentino- è una forma d’incomprensione. Forse la peggiore”.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 10 settembre 2008
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