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Anno 2008
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Sono i progettini della politica nostrana
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Editoriale
Sono i progettini della politica nostrana
E’ una politica travolgente, quella del Vibonese. Mc Cain, si sa è un vecchietto che ha poche cartucce da sparare. Invece Obama, sembra la parodia di un modello perfetto per Vanity Fair. I pretendenti alla Casa Bianca dovrebbero venire a Vibo Valentia. Potrebbero seguire corsi aggiornati su come s’indossano gli abiti firmati, su come si articola il bell’eloquio o su come nascono, si sviluppano e si realizzano quelle idee che di sicuro cambieranno il mondo. Insomma, la politica, nella provincia di Vibo è passione. Suscita sentimenti sfrenati, incontenibili. Gli studenti della periferia viaggiano su autobus lussuosi e durante i brevissimi tragitti, parlano solo delle iniziative pubbliche messe in campo sul loro territorio. Da queste parti, non serve a nulla essere il portaborse del capo. Invece è necessario avere in mente progettualità serie. La fedeltà, poi, è giustamente un disvalore. Solo i cani sono fedeli. La coerenza? La virtù degli sciocchi. E poi, coerenti con che cosa? Qui Eraclito ha tanti epigoni. E’ impossibile avere punti fermi, perché la realtà è in continuo divenire. Se si escludono i fasti della Magna Grecia, mai il Vibonese ha conosciuto un periodo più aureo. Fasce costiere che registrano un turismo in continua crescita, località montane apprezzate in tutto il mondo, centri di medie dimensioni in espansione, piccole realtà rurali in permanente fermento. L’edilizia pubblica, poi, offre mirabili esempi di originalità. Ma quale Michelangelo. Ma quale Giotto. Ma quale Renzo Piano. Bisogna fare lavorare la mente della classe dirigente locale che, notoriamente, passerà alla storia per la sua incredibile vena artistica. Insomma, si è in epoca di fermento culturale. L’attuale dirigenza preposta alle sorti delle istituzioni, finalmente, è riuscita a trasmettere il bene più prezioso di cui possa disporre una comunità: l’ottimismo. La felicità da queste parti, non è un diritto. Piuttosto prassi quotidiana. Le istituzioni sono segnate da una perfetta stabilità. Le indennità di carica, sia ben chiaro, non c’entrano nulla. Finalmente è stata conseguita quella maturità politica agognata da secoli. E se anche un consigliere, un assessore, un sindaco, si sposta da uno schieramento a un altro, che male c’è? E’ forse illecito cambiare idea? E se poi capita che col cambio di casacca si sta dalla parte dei vincitori, cosa c’è di strano? Insomma, basta con le insinuazioni, gli ammiccamenti, le allusioni. I malpancisti, poi, farebbero bene a trovarsi un altro mestiere. Non c’è nessun motivo per lamentarsi. Il dissenso è quanto mai libero e anche il dibattito franco e leale. Se poi, però, il tutto rientra in una logica di preconcetta malafede, la circostanza non è assolutamente ammissibile. Certo, non mancano piccoli disguidi, idee divergenti, ma fanno parte di questo strano gioco circolare che è la vita. Alla fin fine, tutto torna al suo posto. Perché, a Vibo Valentia negli ultimi lustri c’è stato qualche movimento?
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 16 ottobre 2008, p. 34
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